Il commento del direttore
Remo Vangelista
Richard Branson torna a bussare alle porte del Governo britannico per fare inserire la propria Virgin Atlantic all’interno del piano di aiuti economici nei confronti delle compagnie aeree e mette in campo un colpo a sorpresa come garanzia: la propria isola provata ai Caraibi, Necker Island.
La richiesta del Gruppo Virgin era per un finanziamento da mezzo miliardo di sterline con il quale la compagnia punta a mantenere una situazione finanziaria in grado di affrontare l’impatto delle prossime settimane. I segnali che sono finora giunti non appaiono particolarmente incoraggianti.
La contropartita
Per riuscire allora a guadagnare la fiducia dell’esecutivo il magnate ha così deciso di presentare la classica ‘offerta che non si può rifiutare’ dando come contropartita a mo’ di garanzia l’isola delle British Virgin Island dove vive e già nota alle cronache nel passato: si va dall’avere ospitato l’ex presidente Barack Obama all’avere subito l’impatto del passaggio dell’uragano.
La mossa, tuttavia, ha riacceso anche vecchie polemiche legate alla teoria secondo la quale il trasferimento nell’isola nasconda in sostanza una fuga dalle tasse in Gran Bretagna. Accusa che il magnate ha ancora una volta rigettato, rilanciando: “Faremo tutto quello che sarà possibile con i nostri asset in Virgin per aiutare la compagnia e salvare posti di lavoro”.