Il commento del direttore
Remo Vangelista
È stata un’accoglienza tiepida quella che ha accompagnato la presentazione del piano industriale della nuova Alitalia. Uno “schema di piano”, come hanno tenuto a precisare presidente e amministratore delegato della newco Ita, Francesco Caio e Fabio Lazzerini: il momento attuale, infatti, è tale per cui la storia della nuova compagnia andrà scritta man mano, in corso d’opera e “navigando a vista”.
Le reazioni sindacali
Sicuramente si aspettavano di più i sindacati e all’indomani delle prime rivelazioni non sono mancate le critiche al programma della nuova gestione. I dubbi delle sigle si rivolgono in particolare verso due direzioni: quella occupazionale (solo un massimo di 5.500 dipendenti dell’Alitalia dei commissari farà parte della squadra di quella che Lazzerini ha definito a tutti gli effetti una startup); e quella della struttura, giudicata troppo debole per arginare i competitor, con il rischio che si perdano ulteriori quote di mercato in una fase che sarà molto delicata.
Questione brand
Il nuovo management comunque appare intenzionato a proseguire per la strada tracciata, ribadendo ancora il concetto che molto dovrà essere costruito e modificato nei mesi a venire, quando la realtà dei fatti sarà in grado di fornire orientamenti più precisi su come sarà necessario muoversi.
Nel frattempo il primo passo sarà quello del passaggio alle Camere, previsto per la giornata odierna, in attesa del benestare anche dell’Unione europea. Poi ci sarà da definire la questione, non di poco conto, del brand: che la newco si presenti al mercato con il nome storico di Alitalia, infatti, al momento non è per nulla scontato. L’amministratore delegato su questo punto è stato chiaro: l’obiettivo è ereditare il brand. Ma solo a un prezzo di mercato adeguato, senza fare follie.