Finnair: la ripartenza passa dal Polo Nord. Rotta su Asia e Usa per il vettore

Alla riconquista dei cieli asiatici. Con le nuove programmazioni estive di Busan, in Corea del Sud, e Tokyo Haneda, Finnair prova a diversificare e ampliare il suo raggio d’azione verso l’Estremo Oriente: mercato che resta vitale per la compagnia finlandese, per quanto ancora in ginocchio a causa della pandemia.

“Nel febbraio 2020 - spiega Javier Roig, general manager South Europe per Finnair - siamo stati i primi a realizzare gli effetti devastanti del Covid, dal momento che la Cina era il nostro principale mercato. Con la decisione di chiudere i confini finlandesi, siamo rimasti operativi al 10% della nostra capacità e ancor oggi lo siamo al 50%, subendo contraccolpi in salita o discesa in funzione soprattutto della richiesta di tamponi in entrata”.

Programmazione più flessibile
Il mercato italiano, il cui load factor nel 2020 si aggirava sul 20%, mostra ora una risalita al 51%, ma gli aerei meno pieni hanno finito per dimezzare il valore dei biglietti.

“Viviamo una situazione molto complessa - aggiunge Roig - anche perché se gli aerei non volano, in un Paese freddo come la Finlandia, rischiano di danneggiarsi. Non a caso abbiamo dovuto “parcheggiare” quasi l’80% dei nostri velivoli in Repubblica Ceca e buona parte dei rimanenti in Francia, salvo poi dover far fronte a un’esplosione di richieste per la Lapponia lo scorso dicembre: con un +300% di traffico sul 2020, abbiamo praticamente salvato la stagione invernale. Questo ci sta spingendo a investire maggiormente nella promozione del Nord, in quanto ritenuta area più sicura, ma guardiamo anche a collegamenti verso la costa ovest dell’America, raggiungibili più velocemente se si passa dal Polo”.

Intermodalità aerea
Seguendo la sua forte vocazione green, Finnair ha inoltre iniziato a sviluppare offerte “intermodali” per voli nazionali, come dimostra il successo della formula aereo+bus per raggiungere le città di Turku e Tampere una volta atterrati a Helsinki. Pacchetti che potrebbero coinvolgere anche le ferrovie in Italia.  

L’ammodernamento della flotta, poi, non comporterà solo un azzeramento delle emissioni nocive già entro il 2045, ma potrà avvalersi anche di un virtuoso programma di recupero dei mezzi dismessi, capace lo scorso ottobre di riciclare addirittura il 99% di un Airbus A319.

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