Voli tra ripresa e rischi: timori caos per Pasqua

Il tanto atteso ritorno ai valori del 2019 per il trasporto aereo comincia a diventare realtà, anche se le analisi effettuate da alcuni organismi come Eurocontrol oppure la stessa Iata invitano ancora alla prudenza, considerando l’incertezza che permane in particolare nel Vecchio Continente. E’ pur vero, tuttavia, che quello che emerge dalla programmazione estiva su cui è stato alzato il velo negli ultimi giorni fornisce una ventata di positività accompagnata anche dal tanto attesa ritorno dei collegamenti a lungo raggio. Ma contemporaneamente inizia a creare anche qualche inaspettato problema e alcuni aeroporti hanno già iniziato ad andare in sofferenza.

Onda low cost
Certamente chi sta guidando la ripresa sono ancora una volta le compagnie low cost che, come annunciato in precedenza, hanno cavalcato l’onda preventivamente grazie anche a riserve di cassa invidiabili per i competitor. Nel giro di poche ore Ryanair e Wizz Air hanno reso noti i dati del mese di marzo che, nonostante gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina, hanno lasciato sbalordito il mercato. La prima ha superato i numeri di marzo 2019 nonostante un load factor ancora di molto inferiore rispetto ai dati a cui aveva abituati prima della pandemia, mentre la seconda ha moltiplicato per 4 i dati di traffico dello scorso anno. E non va dimenticato che per l’estate hanno messo in campo livelli di offerta decisamente più alti rispetto all’estate del 2019. E nuovi voli vengono messi in campo man mano.

Il caso Gran Bretagna
Dalla Gran Bretagna, però, dove proprio le big del low cost hanno il punto di maggiore forza (e di conseguenza traffico) è scattato l’allerta per il prossimo picco relativo alla Pasqua. Il campanello d’allarme è già partito la scorsa settimana, quando un improvviso aumento dei contagi tra il personale, ha costretto easyJet a cancellare centinaia di voli. Un caso isolato, se non fosse che il problema, quasta volta non legato al Covid, si è ripetuto anche con altri vettori.

La causa? Secondo quanto emerge dalla stampa internazionale potrebbe essere mancata un po’ di programmazione sia da parte dei vettori stessi sia da parte degli aeroporti e attualmente il personale potrebbe rivelarsi non sufficiente a gestire questo improvviso aumento, con tutte le conseguenze del caso. E la situazione potrebbe estendersi anche in altre parti d’Europa.

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