Il commento del direttore
Remo Vangelista
La situazione è completamente cambiata. Ma dopo avere passato due anni a digiuno nella stagione autunnale e in parte dell’inverno, per le compagnie aeree è lecito a questo punto della stagione avere qualche timore dopo la sbornia dell’estate, macchiata solamente dal problema legato alla carenza di personale.
Le principali compagnie low cost hanno già alzato il velo sulla programmazione da tempo, mentre da parte delle major i piani invernali arrivano un po’ più con moderazione: un segnale chiaro dell’attendismo per vedere quali sono le reazioni del mercato.
Le preoccupazioni
E su questo fronte qualche preoccupazione emerge: le prime analisi delle prenotazioni confermano che si andrà di fronte a un rallentamento, anche se è ancora presto per dire di quale entità. C’è allora chi sceglie di mettere le mani avanti e anticipare di qualche giorno lo stop alla programmazione su alcune destinazioni man mano che la domanda diminuisce oppure che, è il caso delle low cost, parte con gli spostamenti di aerei nelle basi eliminando alcune rotte per provare a scommettere su altre.
Il tema della carenza di personale
C’è poi un problema di fondo che si protrarrà anche nelle settimane (o forse mesi) a venire: chi si è trovato nelle condizioni di non riuscire a onorare tutti gli impegni presi perché l’organico era quello che era dovrà fare i conti con il tema anche per il prossimo futuro, quindi meglio andare cauti.