Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Un errore come questo in un servizio essenziale è inaccettabile e chiama in causa le autorità politiche”. Willie Walsh, direttore generale di Iata, non ha dubbi: le compagnie aeree non devono più essere costrette a pagare per i ritardi di terzi.
Il suo riferimento è al guasto informatico di Nats, l’operatore che gestisce lo spazio aereo britannico, che nell’ultima settimana di agosto ha causato circa 2mila cancellazioni di voli impattando sul traffico aereo di tutta Europa, non solo degli scali britannici.
Cosa dice la legislazione
La legislazione europea stabilisce che, in qualsiasi caso di ritardo - imputabile o meno ai vettori - le compagnie aeree, pur non essendo tenute a risarcire i passeggeri, debbano comunque pagare loro l’alloggio, il mantenimento e il trasferimento alternativo. Un prezzo molto alto che - secondo le stime - per il guasto informatico di Nats è stato di poco più di cento milioni di euro.
Cogliendo l’occasione di quest’ultimo incidente Walsh, come riporta Preferente, suggerisce ai vettori di aumentare la loro pressione sull’Unione europea affinché modifichi tale legislazione. Walsh sottolinea infatti come, in questo caso, i costi debbano essere pagati da Nats, l’organizzazione responsabile del guasto informatico che ha paralizzato mezza Europa. "Nats deve rispondere a una domanda chiave su chi è responsabile di questo incidente – sostiene -. Un fallimento come questo in un servizio essenziale è inaccettabile e mette in discussione le autorità politiche che hanno affidato a Nats questo servizio".