Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un’indagine di ForwardKeys ha rivelato che la guerra tra Israele e Hamas non ha avuto solo un impatto negativo sui voli da e verso il Medio Oriente; l’effetto è globale, con l’intero mercato in rallentamento di 5 punti percentuali nelle tre settimane successive all’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre.
Per quanto riguarda i viaggi in uscita - emerge dall'indagine riportata da TravelDailyNews -, le prenotazioni di voli dai Paesi del Medio Oriente sono diminuite del 9% dallo scoppio della guerra. Dalle Americhe, hanno rallentato del 10%, mentre Asia Pacifico, Europa (incluso Israele) e Africa hanno rallentato ciascuna del 2%.
Dal punto di vista delle destinazioni, la crescita delle prenotazioni verso tutte le regioni del mondo è rallentata, ad eccezione dell’Africa, che ha continuato a riprendersi verso i livelli del 2019. Le prenotazioni di voli per le Americhe sono diminuite del 6%, per l'Europa del 3%, per l'Asia Pacifico dell’1% e per il Medio Oriente del 26%.
Nella regione colpita dal conflitto, naturalmente Israele è stato il Paese più danneggiato, con molte compagnie aeree che hanno cancellato i voli.
Seguono l'Arabia Saudita, in calo del 67%, la Giordania, in calo del 54%, il Libano, a meno 45% e l’Egitto, -35%.
Olivier Ponti, vp insights di ForwardKeys, ha commentato: “Questa guerra è una tragedia umana catastrofica, che vediamo tutti quotidianamente sui nostri schermi televisivi. Questo è destinato a dissuadere le persone dal viaggiare nella regione, ma ha anche intaccato la fiducia dei consumatori nel viaggiare altrove. Al 6 ottobre, le prenotazioni indicavano che i viaggi aerei globali nell’ultimo trimestre dell’anno avrebbero raggiunto il 95% del livello del 2019, ma al 27 ottobre e prospettive sono diminuite del 7% attestandosi all'88%”.