Il commento del direttore
Remo Vangelista
Per vicinanza geografica Libano, Egitto e Giordania sono i Paesi più esposti agli effetti del conflitto in corso tra Israele e Hamas. Lo conferma uno studio di S&P Global Ratings dal titolo ‘Il turismo Mena probabilmente subirà un colpo dalla guerra Israele-Hamas’, in cui l’agenzia di rating ha calcolato le ricadute sulle industrie turistiche del Medio Oriente e i possibili scenari futuri nella regione.
Standard & Poor’s stima per Libano, Egitto e Giordania - economie più floride dell’area sul piano turistico - perdite delle entrate rispettivamente del 10%, 30% o 70%.
Business in frenata
L’anno scorso, precisa l’indagine riportata su Repubblica Finanza, il turismo ha contribuito per il 26% alle entrate correnti del Libano. Per la Giordania e l’Egitto la cifra è stata del 21% e del 12%, mentre per Israele del 3%. Il travel si è confermata fonte di impiego nel Medio Oriente e grande traino delle economie locali. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, la regione ha ricevuto il 20% di turisti in più nei primi sette mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019. E la guerra rischia ora di frenare notevolmente questa fase di crescita.
Scenari futuri
Guardando agli scenari futuri, il perdurare del conflitto potrà avere ricadute anche su altri fronti, portando danni alle infrastrutture, e causando il deflusso di portafogli e depositi dei non residenti e la diminuzione degli investimenti esteri.
Inoltre, le proteste nei Paesi coinvolti potrebbe anche esacerbare l’instabilità sociale e i rischi politici. E notevoli potrebbero essere le ricadute sul Pil e sulle entrate in valuta estera.