Negli ultimi anni ha dimostrato di essere un comparto in forte crescita non solo per i numeri generati, ma anche per la velocità di innovazione del prodotto: il turismo plein air si avvia verso un’estate che potrebbe cambiarne per sempre la percezione in Italia. Ben radicato in altri Paesi europei, dalla vicina Francia alla Scandinavia, il segmento delle vacanze all’aria aperta è sempre stato meno considerato dagli italiani, più restii di altri a prenotare il proprio soggiorno in campeggio. Almeno fino a ieri.
La tendenzaDati alla mano, il trend è chiaro: questo tipo di vacanza piace sempre di più e l’inversione di tendenza è iniziata ben prima che il Covid-19 irrompesse nelle nostre vite. Nel 2019, confermano i numeri dell’Osservatorio Turismo Outdoor, realizzato per il terzo anno da Human Company in collaborazione con l’Istituto Piepoli, il comparto ha incassato un fatturato di 8,5 miliardi di euro, generando 92 milioni di pernottamenti. Complice la pandemia globale, il turismo open air potrebbe finalmente trovare il proprio posto nell’offerta turistica italiana, diventando una nuova opportunità di vendita anche in agenzia.
Next StepNon è un caso che proprio quest’anno prenda il via Open Air Next Step, il progetto che vede sei aziende unite per promuovere le vacanze all’aria aperta di livello premium: Baia Holiday, Human Company, Club del Sole, CrippaConcept, Vacanze col Cuore e Vacanze di Charme, con il patrocinio di Faita Federcamping, Assitai e Assocamping.
“È arrivato il momento di prendere decisioni importanti sul destino del turismo plein air in Italia - spiega Maurizio Vianello, presidente Faita Federcamping -: sarà strategico fare una grande azione di sensibilizzazione rivolta al grande pubblico, per ricostruire la nostra capacità attrattiva sul mercato straniero e italiano”.
Cambio di prospettivaIl nocciolo della questione è proprio questo: spiegare a clienti e distribuzione cosa sono le vacanze open air e traghettare l’opinione pubblica verso un nuovo concetto di campeggio, dove trovano posto strutture ricettive evolute in luoghi dotati di servizi avanzati e a stretto contatto con la natura e il territorio.“Il turismo plein air - sottolinea Bruna Gallo, direttore commerciale di Human Company - oggi è percepito non più come prodotto a basso costo, ma come ricerca di un’esperienza olistica, contatto con natura, socialità. Il Covid penalizzerà altri settori quindi abbiamo un grande lavoro da fare per intercettare nuovi target”.
Eppure, aggiunge Piergiacomo Bianchi, direttore operativo di Baia Holiday, “il cliente finale e le adv non sono ancora ben consapevoli del ventaglio di scelta nelle nostre strutture. Le unità abitative sono collegate tra loro da viali alberati: è un’altra modalità di gestione del prodotto, personalizzabile in base a gusti ed esigenze. Cucinare da sé, prendere take away, andare al ristorante, tutto è possibile”. O. D.