Il commento del direttore
Remo Vangelista
Hotel statunitensi in crisi, almeno secondo quanto riportato dall’indagine condotta da Hosteltur, che riferisce come gli alberghi nel Paese a Stelle e Strisce in tre anni perderanno 41 milioni di turisti stranieri.
All’origine della flessione, che porta con sé una frenata del RevPar, il calo dell’occupazione nel settore alberghiero e previsioni al ribasso sugli utili nel 2019 e 2020, sicuramente l’influenza sul turismo della politica estera del presidente Donald Trump e la situazione economica.
Previsioni al ribasso
Secondo i dati di un rapporto stilato da Str y Tourism Economics, le previsioni di crescita del reddito per camera disponibile (RevPar) per il 2019 e il 2020 scendono rispettivamente dell'1,6% e dell'1,1%. Secondo l'analisi, la precedente previsione che risale allo scorso giugno, prevedeva invece un aumento rispettivamente del 2% e dell'1,9%. Solo l'aumento della tariffa giornaliera media (Adr) consentirebbe al RevPAR di continuare a crescere, sebbene a un ritmo più lento del previsto. "Continuiamo a vedere l'Adr crescere al di sotto del livello di inflazione, malgrado la maggiore domanda", afferma Amanda Hite, presidente e ceo di Str.
Le città in tenuta e quelle in calo
La mancanza di fiducia da parte degli albergatori in merito ai prezzi si è protratta anche durante i mesi di punta estivi. Solo quattro fra i mercati alberghieri tra i primi 25 negli Stati Uniti vedranno il RevPar crescere del 3% o più: Atlanta; Tampa / St. Petersburg; San Francisco / San Mateo; Nashville. Per contro, sei di questi 25 mercati vedranno calare il RevPar: Houston; New York; Seattle; Minneapolis / St. Paul; Miami; Washington. In previsione, Str prevede per il 2020 un calo dell'occupazione dello 0,3%, rimanendo al 66,1% e un aumento dell'Adr dell'1,4% a 133,7 dollari. Nel 2020, la redditività calerà persino in una grande piazza come quella di New York.