Hotel in difficoltà, aperto solo il 25% delle strutture

È ancora molto complessa la situazione in cui versa il comparto alberghiero italiano, che si avvia a una ripresa lenta e sofferta. A certificarlo è Confindustria Alberghi, che ha diffuso i dati della prima indagine realizzata dall’8 all’11 giugno sulla fase 3 del settore.

La cautela frena le aperture
Le cifre raccolte nella survey non sono confortanti: a oggi, infatti, solo il 25% delle strutture è aperto e, di queste, il 50% circa si trova nelle località di mare, il resto tra città d’arte e campagna.

È la cautela che induce le aziende ad attendere: agli hotel ancora chiusi Confindustria Alberghi ha chiesto di indicare se la riapertura  sia in programma nelle prossime settimane, ma solo il 20% ha dichiarato l’intenzione di riaprire da qui a fine giugno.

Domanda debole e costi alti
La volontà di un ritorno alla normalità, infatti, da sola purtroppo non basta a far ripartire un business condizionato da una domanda ancora debolissima e dal lievitare dei costi per la gestione della sicurezza.

Anche gli albergatori che hanno deciso coraggiosamente di riaprire si trovano a fare i conti con un numero di presenze assai esiguo “e quindi gli organici non sono al completo - fa notare Confindustria Alberghi - e parte dei lavoratori resta ancora in cassa integrazione. Anche per quanto riguarda l’assunzione dei lavoratori stagionali i numeri sono ben più bassi dell’anno precedente”.

Il monitoraggio seguirà la fase 3 anche nelle prossime settimane: “Quello che abbiamo imparato in questo periodo - sostiene la nota Confindustria Alberghi - è che le situazioni possono cambiare molto velocemente; di settimana in settimana continueremo a seguire l’evoluzione del mercato, sperando ci possano essere le condizioni per una ripresa”.

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