Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Abbiamo lavorato in modo oculato per arrivare a questo traguardo”. Sono parole piene di soddisfazione quelle che con cui Fabrizio Prete, direttore generale di Garibaldi Hotels, commenta una chiusura d’anno che, per il gruppo, fa segnare un aumento di fatturato del 29% rispetto a quello del 2021.
“Dopo quest’ultimi anni difficili - aggiunge Prete - volevamo tornare a guardare al futuro ripartendo dai risultati del 2019, che erano l’obiettivo per fine anno”.
Inizio d'anno positivo
Il trend di crescita prosegue anche a inizio anno, grazie ai dati soddisfacenti della montagna. “La stagione invernale partita circa un mese fa ci sta gratificando molto con risultati importanti - conferma Prete -. Ottime le performance in termini di prenotazioni per le tre strutture del Trentino (Monzoni, Piaz e Fratazza), con un incremento medio dell’adr dell’8% circa. Inoltre, il segmento trade sta crescendo a doppia cifra grazie a nuovi accordi con t.o. specializzati che ci hanno permesso di spingere su questo canale”.
Il nodo dei rincari
Tutto bene, dunque? Non proprio, dal momento che sui conti incombe, ora più che mai, la spada di Damocle dei rincari incontrollati. “Abbiamo calcolato un aumento di quasi l’80% medio sui costi energetici, del 50% sulle lavanderie industriali, del 30% sulle materie prime (in particolar modo alimentari) - lamenta Prete -. Questi aumenti vanno a colpire tutti gli sforzi commerciali fatti per crescere, poiché erodono la marginalità”.
“Noi - conclude - siamo ottimisti sul 2023 perché ogni nostra scelta è ben ponderata per garantire la sostenibilità aziendale, ma certamente i costi sono un deterrente importante per lo sviluppo”.