Il commento del direttore
Remo Vangelista
A sancirlo l’ultimo report di Booking.com sul tema: da aspirazione generica, citata più come teoria che in modelli concreti da seguire, la sostenibilità ambientale ha vissuto una trasformazione diventando criterio prioritario di scelta anche da parte della clientela degli alberghi. Il dato è inequivocabile: il 78% dei viaggiatori interpellati in tutto il mondo vuole viaggiare in modo più sostenibile nei prossimi 12 mesi e il 36% è disponibile a spendere anche di più le opzioni di viaggio con una certificazione sostenibile.
Certificazione che, però, deve essere chiara, inequivocabile e facilmente verificabile, anche per gli alberghi. Gli imprenditori stanno raccogliendo la sfida: l’imperativo è aggiornarsi, e a questo punto entra in gioco EcoWorldHotel con il suo progetto unico dedicato agli hotel.
Un percorso su misura
“La nostra - spiega il ceo & founder Alessandro Bisceglia (nella foto) – è una società specializzata in sostenibilità ambientale per hotel e si differenzia dagli altri enti erogatori generici di certificazioni per un particolare importante: il nostro è un percorso studiato da albergatori per albergatori”.
Dal punto di vista pratico, ciò significa che ogni singolo soggetto che intenda seguire la strada della sostenibilità viene seguito passo a passo dal team di EcoWorldHotel, che lo assiste con un referente dedicato.
Alla struttura che vuole ottenere l’Ecocertificazione al Marchio di Qualità Ambientale, EcoWorldHotel non impone subito troppi criteri obbligatori da rispettare: “Prima della pandemia ne avevamo 15, ora li abbiamo ridotti a 10 e, nel frattempo, valutiamo le reali esigenze di ogni singolo albergatore e agiamo di conseguenza” sottolinea il ceo.
I prodotti bio
Tra i criteri indispensabili avere nella prima colazione il 50% di prodotti biologici. “L’Italia - ricorda Bisceglia - è leader in Europa per il biologico, il primo Paese del continente per numero di aziende impegnate nel comparto: in base ai dati Coldiretti attualmente sono 70mila per 2 milioni di ettari coltivati. E sono proprio i prodotti bio italiani che i clienti internazionali consumano di più in patria e che vogliono ritrovare non appena varcano le soglie dei nostri hotel”.
Le eco foglie
Raggiunti i 10 criteri obbligatori la struttura ottiene la prima eco foglia: “Sono cinque, come le stelle alberghiere; la certificazione EcoWorldHotel dura tre anni, ma in ogni momento si può fare un upgrade”. A ogni criterio aggiunto dopo i dieci obbligatori viene assegnato un punteggio variabile “a seconda dell’entità dell’investimento effettuato. Il noleggio bici, ad esempio, vale un punto, l’installazione di pannelli solari ne vale 10. Raggiunti i 60 punti si ottiene la seconda eco foglia, e così via fino al quinto livello”.
Nasce una community
Un percorso articolato, durante il quale però l’albergatore non è mai solo: “Lo prendiamo per mano e lo guidiamo in ogni momento, mettendolo anche in contatto con gli altri imprenditori per un confronto, ad esempio, sulla scelta dei fornitori. Nasce così una community animata dal medesimo intento: rendere le proprie strutture più eco-friendly possibili”.
Chiarezza e trasparenza sono le parole chiave: “Spesso, come sottolinea l’indagine di Booking.com, i consumatori non sanno dove trovare le giuste informazioni - sottolinea il ceo -: ebbene, sul nostro sito trovano la scheda tecnica di ciascuno degli hotel certificati (ndr: prima della pandemia erano una cinquantina, poi le certificazioni sono scadute e ora le stanno progressivamente rinnovando), con la data della certificazione e quella della scadenza”.
L’efficacia è nei risultati: “Se il toc medio di occupazione degli alberghi milanesi è del 76% - fa notare Bisceglia - il mio Eco Hotel Milano ha un tasso di occupazione media del 97,2% tutto l’anno. Direi che la nostra è una formula che sta funzionando”.