Brunelli, CHG: ‘Così
interpretiamo
l’anima di Napoli’

L’estetica delle camere e la qualità del servizio sono ovviamente fondamentali, ma non bastano più. La nuova tendenza che si sta manifestando nella clientela internazionale, ma che a poco a poco si sta diffondendo anche tra i nuovi viaggiatori del nostro Paese, è quella di fare della sostenibilità della struttura in tutti i suoi aspetti - ambientale, ma anche sociale - un fattore discriminante di scelta.

Lo ha compreso molto bene Caracciolo Hospitality Group, la nuova realtà nata nel 2022 dalla volontà di un gruppo di imprenditori partenopei e che oggi, anche grazie al suo impegno sul territorio, si rivela uno dei protagonisti dell’ospitalità d’alta gamma a Napoli e in Campania.

“Il salto di quest’anno è stato velocissimo - conferma Barbara Brunelli, direttore generale del Caracciolo Hospitality Group -: chiudiamo il 2024 con un’occupazione media delle due strutture napoletane (l’hotel de Bonart Naples Curio Collection e Palazzo Caracciolo Naples, ndr) dell’80% e un fatturato che oscilla tra i 17,5 e i 18 milioni di euro. Un grande risultato, da giovane gruppo quale siamo”.

L’impegno per il territorio

Un gruppo che si prefigge da sempre una mission forte verso la comunità locale, un impegno che mira a valorizzare la storia, l’architettura e la cultura di una città in espansione come Napoli. “Vogliamo restituiamo al territorio parte della ricchezza che il territorio ci dà gratuitamente con la sua bellezza - sottolinea Brunelli -. Tra le numerose nostre iniziative la collaborazione con l’associazione Dedalus, per la formazione di alcune donne con situazioni di grave disagio e fragilità e l’inserimento professionale di alcune; l’iniziativa Bella Piazza per la cura degli spazi pubblici nell’area di Piazza Garibaldi; il progetto Migrantour, che promuove itinerari particolari per i nostri clienti, una visione diversa della città con la visita dei laboratori di persone che sono venute da lontano portandoci la loro ricchezza culturale”.

Un percorso di sostenibilità che passa anche dalla capacità di attrarre e formare talenti da impiegare nelle proprie strutture e che riceverà un ulteriore impulso dall’affiliazione degli hotel a Hilton.

Gli ultimi passi del gruppo sono stati, infatti, il passaggio di Palazzo Caracciolo da Accor ad affiliato Hilton (a breve sarà brandizzato Tapestry) e il nuovo posizionamento dello storico Hotel Britannique Naples nel quartiere di Chiaia, il ‘salotto’ napoletano per eccellenza. Quest’ultima struttura ha dunque assunto un nuovo nome diventando appunto il de Bonart Naples Curio Collection ed entrando nella collezione che Hilton dedica agli alberghi con una spiccata caratteristica di unicità.

L’anima dell’hotel è infatti un’ode all’arte, declinata nella collezione di 150 opere di 50 artisti contemporanei campani che hanno interpretato miti e leggende della città di Napoli. Un modo inedito per interpretare una città unica, che sta vivendo già da tempo una profonda trasformazione.

Il rischio overtourism

“Già a partire dal 2012 - racconta Brunelli - Napoli ha cominciato a cambiare volto: prima era di fatto sottovalutata, poi ha iniziato finalmente a prendersi il suo spazio. L’aspetto positivo di questa crescita anche un po’ smodata è stato l’aumento importante dell’occupazione e dell’imprenditoria illuminata. Ho visto molti imprenditori finalmente investire nelle loro strutture e sviluppare i talenti all’interno dei loro alberghi”.

Tutto bene, dunque? Non proprio, come fa notare la manager: “Adesso - sostiene - stiamo rischiando di entrare in dinamiche come quella di Venezia, con la gentrificazione che avanza. Per fortuna, però, il napoletano è molto resiliente da questo punto di vista e riesce a mantenere forte e radicata la sua identità; il rischio dell’overtourism, però, è concreto e bisogna entrare in protezione, anche regolamentando il fenomeno degli affitti brevi, il cui moltiplicarsi incontrollato va gestitoin modo strutturale”.

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