Un anno fa la stretta di New York sugli affitti turistici; Airbnb: “Prezzi più alti e nessun effetto sulla situazione abitativa”

Duro bilancio di Airbnb a 12 mesi dalla stretta di New York sugli affitti turistici.

“A un anno dalla sua approvazione - scrive il famoso portale in una nota -, la normativa sugli affitti brevi di New York non ha mantenuto le promesse di contrastare la crisi abitativa. A causa delle misure più restrittive, i viaggiatori e residenti si trovano, invece, ad affrontare prezzi degli hotel e affitti ai massimi storici”.

La Grande Mela un anno fa aveva vietato l’affitto di interi appartamenti per meno di 30 giorni, di fatto frenando gran parte del mercato degli affitti turistici.

Secondo i dati mostrati da Airbnb, il costo degli affitti a New York nell’ultimo anno sarebbe aumentato del 3,4%. Inoltre, si legge ancora nella nota, “le disponibilità degli appartamenti a New York City sono rimaste praticamente invariate (al 3,4%) dall’entrata in vigore della legge, secondo Apartment List”.

“È ora che la città di New York rivaluti la LL18 (la norma sugli affitti brevi, ndr) e prenda in considerazione emendamenti che permettano, come minimo, ai proprietari di casa di tornare a ospitare - commenta Theo Yedinsky, vicepresidente delle politiche pubbliche di Airbnb. -. Con l’annullamento di alcuni aspetti della legge, la città può aumentare l’offerta di alloggi per i viaggiatori, sostenere gli host residenti e rivitalizzare le imprese locali i cui ricavati dipendono dal turismo. Un modello più sostenibile, ragionevole ed equo va a vantaggio dei residenti, dei turisti e della comunità in generale, assicurando che i regolamenti sostengano, anziché soffocare, la crescita economica e dell’intera comunità”.

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