Venezia inedita,
Bullo e i segreti
del Londra Palace

“Il nostro è un lavoro molto delicato: a ciascuno dei nostri ospiti dobbiamo essere in grado di fare una vera e propria radiografia, individuandone immediatamente necessità, gusti, aspettative. Questo è l’unico modo per riuscire a proporre a ogni viaggiatore l’esperienza più adatta”. Sbagliare è un’opzione che Alain Bullo, direttore del Londra Palace Venezia, non contempla, pena il rischio di far perdere la fiducia dell’ospite.

E, a giudicare dai fatti, il team di quattro persone che si occupa dell’accoglienza dei clienti dell’hotel - appartenente al gruppo The Hospitality Experience e membro dei Relais & Châteaux

- difficilmente fa errori. Per il suo servizio d’eccellenza, infatti, il Londra Palace Venezia ha ottenuto il ‘Best Concierge Desk Award 2024’, premio assegnato dal Concierge Circle Luxembourg per la prima volta a un albergo italiano.

“Credono di sapere già tutto”

L’obiettivo è quello che accomuna tutta l’hospitality d’alta gamma, ossia far sentire i clienti a proprio agio e accontentarli, ma ottenerlo è sempre più difficile: “Prima, come mi dice mio padre, non c’era internet ed era tutto più semplice - racconta Bullo, il cui padre Aldo fu per cinquant’anni portiere dell’hotel -. Ora il cliente si informa magari superficialmente sul web ed è convinto di sapere già tutto: siamo noi che dobbiamo fargli cambiare idea, convincendolo ad esempio che anche una città icona del turismo come Venezia nasconde ancora aspetti inediti e che noi, che la conosciamo bene, possiamo aiutarlo a scoprirli”.

Quando l’escursione diventa esperienza

Ecco dunque che, ad esempio, persino la più classica delle gite in gondola può acquisire tutto un altro sapore: “I nostri ospiti vogliono andare in gondola? Bene, ma prima di farli salire a bordo noi proponiamo loro un giro allo squero, dove le gondole nascono, per scoprirne tutti i segreti, e magari anche un incontro con Saverio Pastor, uno degli ultimi maestri della forcola, il sostegno del remo che viene costruito a mano perché fatto su misura in base alle caratteristiche fisiche del gondoliere. Solo dopo si va in gondola, con un’escursione che a questo punto si è trasformata in esperienza, così come lo sono, ad esempio, la visita di Palazzo Ducale in solitaria, alla sera dopo la chiusura, oppure l’uscita in bragozzo, il tipico barcone veneziano, con lo chef a bordo che prepara i famosi ‘cicchetti’”.

E per proporre a ciascuno il suo particolarissimo modo di scoprire Venezia bisogna cercare di intercettarlo ancora prima del soggiorno: “Lo so che è un po’ vintage - riflette il direttore -, ma la cosa migliore è riuscire a contattarlo telefonicamente, in modo da sondarne le aspettative. Dobbiamo cercare di ridurre al minimo i rischi di dare un primo consiglio già sbagliato, perché altrimenti ci mettiamo subito in una posizione sfavorevole”.

Una volta arrivato l’ospite, poi, bisogna essere in grado di risolvergli subito qualsiasi tipo di problema: “Alvise Zavagno, il primo concierge che ha sostituito mio padre una volta andato in pensione, mi racconta sempre della coppia di francesi che volevano sposarsi a Venezia, a dicembre, ma erano senza testimoni. Detto fatto: Alvise ha chiamato i suoi genitori, che si sono trasformati dapprima in testimoni, e poi in ciceroni per accompagnare i neosposi alla scoperta della città”.

La clientela francese è terza nel ranking degli ospiti internazionali del Londra Palace Venezia: “Al primo posto ci sono senz’altro gli americani, seguiti dai britannici, dai francesi appunto e dagli italiani - osserva Bullo -, ma il nostro sguardo vuole spingersi anche più in là, alla conquista di mercati promettenti come, ad esempio, quello cinese o il giapponese. Bacini nuovi cui si affiancano altri, come l’australiano, che stanno ritornando dopo la lunga parentesi del Covid”.

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