Il commento del direttore
Remo Vangelista
Uscire di casa senza green pass in tasca sarà sempre più limitativo non solo per le attività lavorative e del tempo libero, ma anche anche per i semplici spostamenti tra una regione e l’altra. Il prezioso documento, infatti, presto non servirà più solo per accedere a ristoranti e musei: dal primo settembre scatteranno nuove regole anche per i viaggi sul territorio nazionale.
Il decreto legge del 5 agosto prevede, per tutti i cittadini con più di 12 anni di età, l’obbligatorietà del documento per salire su treni, aerei e navi in tutto il territorio nazionale e interessa tutti i tipi di mezzi, inclusi i treni Intercity, gli autobus e i bus a noleggio con conducente. Saranno esclusi solo i traghetti che fanno la spola tra Calabria e Sicilia, perché considerati trasporto pubblico locale, così come bus, tram, metropolitane e treni regionali.
L’obbligo della certificazione per gli spostamenti in Italia, come spiega Il Sole 24 Ore, non si applica né ai bambini con meno di 12 anni, né ai soggetti esentati per motivi di salute dalla vaccinazione, i quali ovviamente dovranno avere con sé una certificazione medica.
Le norme per entrare in Italia
Restano invece invariate le regole per entrare nel nostro Paese. Il green pass del viaggiatore dovrà attestare il completamento del ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, oppure la guarigione dal Covid con una validità di 180 giorni dalla data del primo tampone positivo, oppure ancora l’esito negativo del tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti l'ingresso in Italia.
Da sottolineare che, per entrare nel nostro Paese, non basta il green pass che attesti la somministrazione della prima dose di vaccino a due dosi. In questo caso bisogna sottoporsi comunque a test molecolare o antigenico rapido. L’obbligo vale anche se si rientra da un Paese europeo che accetta un certificato con ciclo vaccinale non completo.
Un documento indispensabile
Una cosa è certa: il green pass è destinato a diventare sempre più indispensabile per svolgere qualsiasi attività in presenza. L’ultima mossa è quella di Confindustria, che chiede di introdurlo in ogni luogo di lavoro modificando i Protocolli di sicurezza senza aspettare una nuova legge perché, secondo il presidente Carlo Bonomi, non si può più perdere tempo.
Dal canto suo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa suggerisce di estendere l’introduzione del certificato verde ad altre categorie lavorative oltre al personale scolastico, considerando il green pass come presupposto necessario per poter tornare alla normalità.
Come riporta il Sole 24 Ore il documento, secondo lui, andrebbe dunque richiesto “per tutte quelle attività dove c’è da garantire la continuità di un servizio, per esempio gli operatori del trasporto pubblico locale, i dipendenti dei supermarket e dei servizi essenziali ovvero quelli sono stati operativi durante il lockdown. Ma - insiste - anche i dipendenti degli uffici comunali e pubblici dovranno tornare alla normalità e in presenza: hanno la responsabilità di garantire un servizio al Paese e a contatto con il pubblico. Non è possibile che in alcuni territori siano ancora chiusi e in smartworking”. S. G.