Il commento del direttore
Remo Vangelista
Cinque giorni. Sono quelli di quarantena che servono per entrare in Italia dai Paesi compresi nell’elenco D e che potrebbero fare la differenza fra un autunno di ripresa o, al contrario, una stagione ancora di sofferenze.
Appesi a questi 5 giorni stanno gli operatori del turismo incoming, gli albergatori, i fornitori di servizi e tutta quella macchina dell’inbound che aspetta di sapere, al pari del mondo outgoing, quale sarà la sua sorte nei prossimi mesi. Tutti in attesa che il ministro della Salute Roberto Speranza dia il via libera ai corridoi per il traffico dei tour operator che operano con l’estero e che prenda una decisione per quanto riguarda la quarantena obbligatoria di 5 giorni per chi arriva dal famigerato elenco D.
Che poi, nell’elenco D, sono compresi anche Stati Uniti, Canada e Giappone, che hanno un altro tipo di trattamento: chi arriva, infatti, da questi Paesi non deve autoisolarsi per 5 giorni, ma è sufficiente che sia dotato di un certificato equivalente al green pass europeo, ossia che possa dimostrare di essere vaccinato, guarito dal Covid o possessore di un tampone ad esito negativo. Tutto questo, fino al 29 agosto.
L’ultima ordinanza, infatti, ha come scadenza il 30 agosto: fino ad allora, chi proviene da Regno Unito, Emirati e tutti gli altri Paesi in elenco D deve necessariamente effettuare 5 giorni di quarantena prima di potersi muovere nel nostro Paese. In sostanza, non viene e sceglie altre destinazioni.
In attesa della decisione, cominciano ad arrivare le richieste. Federalberghi per prima ha chiesto sia al Ministero della Salute che a quello del Turismo di consentire l’accesso almeno ai turisti provenienti dal Regno Unito con una certificazione equivalente al green pass. Cosa che sbloccherebbe non pochi flussi verso la nostra Penisola.
A mettere un po’ di preoccupazione al mondo del turismo italiano è stata, però, l’ultima dichiarazione del viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. In un’intervista al quotidiano La Stampa di lunedì, infatti, ha affermato che se non verrà raggiunto l’80% di copertura con il vaccino entro la metà di settembre, potrebbe scattare l’obbligo vaccinale per alcune categorie di persone.
Un passaggio che potrebbe pesare sui movimenti anche degli italiani all’interno dell’Italia e che non darebbe sollievo alle casse malandate del turismo tricolore. C. P.