Il commento del direttore
Remo Vangelista
Si è chiuso venerdì ad Arzachena in Sardegna il cosiddetto ‘G20 Spiagge’, un network di 26 comuni che attraggono ogni anno 70 milioni di presenze turistiche pari al 17% delle presenze complessive in Italia.
Nato 6 anni fa, il G20 Spiagge unisce città italiane che hanno in comune caratteristiche simili. E che escono dalla riunione di Arzachena con la richiesta di una legge che definisca lo status di Città turistica delle spiagge.
Si tratta di comuni a "a fisarmonica" visto che registrano una differenza enorme di abitanti (e problematiche) tra estate e inverno, in cui i residenti locali si sentono assediati dai turisti e lamentano disattenzioni nei loro confronti. Per questo i sindaci chiedono uno strumento amministrativo ad hoc, che possa venire incontro alle esigenze di queste località.
Tra i punti più importanti c'è quello della fruizione della tassa di soggiorno, oggi limitata dai troppi vincoli che non consentono alle amministrazioni locali un uso funzionale alle proprie esigenze. Infatti, i sindaci non stanno puntando a maggiori risorse, anche se alcuni servizi sociali e opere infrastrutturali ne hanno un gran bisogno considerato l'aumento sino a 20 volte degli abitanti delle località balneari. La richiesta dei Sindaci parte piuttosto dalla necessità di equilibrare il rapporto residente - ospite: il miglioramento della vita delle comunità balneari con la capacità di offrire un ambiente a misura d'uomo, rispettoso della fragilità del sistema costiero.
“Con grande attenzione e attraverso iniziative specifiche verso gli abitanti locali, abbiamo dimostrato che le difficoltà possono essere superate – dice Roberta Nesto, Sindaco di Cavallino Treporti e coordinatrice del G20 Spiagge -. Quello che ancora manca è il riconoscimento da parte dello Stato di una legge ad hoc, una legge sullo status di Città turistica delle spiagge, uno strumento amministrativo che tenga conto delle nostre particolarità e soprattutto degli abitanti".