Ascesa e caduta:
il caso Gallipoli
e il nodo servizi

Era una delle destinazioni più richieste d’Italia. Una meta che, da sola, era diventata sinonimo di vacanze. Ma oggi non è più così. E i turisti, più che essere attirati, sono messi in fuga.

Quello che è ormai diventato il ‘caso Gallipoli’ può rappresentare un avvertimento per tutto il comparto turistico incoming. Soprattutto perché dimostra come i problemi di servizi e infrastrutture possano, in breve tempo, far dimenticare ‘la forza del brand’.

Quanto sta accadendo nella città salentina, raccontato con particolari da molti quotidiani tra cui corriere.it potrebbe rappresentare quasi un caso di studio. I turisti che in passato affollavano la destinazione, ora lamentano tutti lo stesso problema: servizi e viabilità.

I problemi

Sotto accusa, in particolare, la mancanza di parcheggio e la strada parco, non percorribile dalle auto, che costringe i turisti a percorrere centinaia di metri sotto il sole.

Nel giro di pochi anni, Gallipoli è passata da essere il sogno dei turisti a scoraggiare l’arrivo dei bagnanti, come raccontato questi ultimi. E non mancano le voci di chi si dice pronto, anche dopo anni di fedele frequentazione, ad abbandonare la meta.

Un’ascesa e caduta rapidissima, dovuta a una situazione che chiama in causa il vero tasto dolente del turismo italiano: le infrastrutture.

Passando allo scenario della Penisola in generale, infatti, il nodo dei servizi viene da tempo evidenziato come punto di debolezza dell’offerta di tutto il Paese. E anche se l’Italia può contare su un brand fortissimo, non deve dimenticare la questione delle infrastrutture. Come insegna il caso Gallipoli.

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