Marche, focus sul turismo industriale: il progetto per 40 pmi

Le Marche provano ad aumentare la loro capacità di incoming puntando sul tessuto di piccole e medie industrie artigianali che hanno sul territorio.

Si chiama turismo industriale e conta oltre 1,5 milioni di visitatori che ogni anno scelgono come vacanza un museo industriale in Italia. Giovani, tra i 30 e i 40 anni e con un alto livello di istruzione. Questo l’identikit medio di questa fetta di mercato. Nato negli anni ‘60 in Inghilterra, il fenomeno si è diffuso anche da noi negli anni ‘90, a cominciare dai grandi marchi che hanno fatto la storia del made in Italy, come Ferrari, Lavazza o i siti di archeologica industriale come il Villaggio di Crespi d’Adda.

Su questa idea nasce Visit Industry Marche, il progetto che ad oggi raccoglie una quarantina di piccole e medie imprese sparse tra la costa e le valli marchigiane. Nomi famosi come Guzzini, oppure sconosciuti, fatti di piccole imprese artigiane che prestano la loro opera per grandi firme internazionali. Manifatturiero, calzaturiero, musicale, meccanico, tutti settori diversi diversi accomunati dalla maestria e qualità di decenni di esperienza artigiana. “È un bellissimo progetto - ha commentato Ludovico Scortichini di Astoi -. Adesso sta anche alla capacità delle nostre adv saperne approfittare e crearci dei pacchetti”. Plaude all’iniziativa anche l’Enit: “Da sempre esiste il turismo industriale, ma qui c’è un’opportunità che va oltre - ha dichiarato l’amministratore delegato Ivana Jelinic -. È un circuito virtuoso che arricchisce azienda e territorio. Un’esperienza di viaggio in Italia passa anche da qui“.

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