Il commento del direttore
Remo Vangelista
Nella tenuta Villa Cavalletti ai Castelli Romani ha aperto i battenti dopo un recupero integrale a cura del gruppo Tierre il ‘Villino Rosso - Museo dell’Olio’.
Insieme al frantoio novecentesco e al laboratorio olfattivo di nuova concezione, rappresenta il primo percorso espositivo dedicato alla cultura olivicola e agricola di quest’area a sud est di Roma.
Il seicentesco Villino Rosso è stato restaurato per ospitare un’esposizione permanente che esplora l’archeologia agricola e industriale locale attraverso un itinerario del gusto: dall’uliveto monumentale alla degustazione del prodotto finito, alla scoperta della tradizione e della filiera dell’olivicoltura dei Castelli Romani. L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico a un patrimonio di conoscenze antiche e sostenibili all’interno del contesto dell’oleoturismo.
I Castelli Romani esprimono al meglio le potenzialità del turismo rurale e rigenerativo, che sta rinnovando le formule di incoming con attività differenziate, diventando un volano di crescita perché alleggerisce il sovraffollamento turistico di Roma, con un impatto positivo per le strutture ricettive e per l’intera comunità.
“L’oleoturismo rappresenta una grande opportunità per l’Italia e per i territori olivicoli come i Castelli Romani - spiega Tiziana Torelli, ingegnere ambientale dell’azienda agricola Tierre -. Con la recente legge, viene data una legittimazione normativa a questa pratica che è fondamentale sia sviluppata con professionalità e attenzione. Come avviene nell’enoturismo, occorrono strutture adeguate all’accoglienza e una preparazione specifica. Non basta avere un buon olio: servono conoscenze approfondite per spiegare al pubblico le caratteristiche di un millenario prodotto di uso quotidiano e per offrire un’esperienza formativa immersiva”.