L’overbooking visto dal prof

“Come gridare al lupo al lupo”. Josep Ejarque è da sempre un manager, o “professore” come dice qualcuno, che va dritto per la sua strada. In questo caso sostiene che in troppi parlano di overbooking e spesso non conoscono la materia. Ejarque ha scelto i social per dare la sua versione su questo tema che ha invaso l’estate.

“Tutti ne parlano spesso a sproposito. È chiaro che servano soluzioni ma oggi gira tutto intorno allo stesso punto : turista di qualità versus turista di massa”.

Ejarque nel suo intervento sostiene che in molti casi, anche nell’estate ’24, non si è trattato di overtourism ma di congestione di stagione. Poi si addentra all’interno delle società occidentali con osservazioni sostanzialmente condivisibili da molti di noi, perché “il turista non è altro che il risultato del modello attuale: cultura di massa con pretese di esclusività”. Il prof rimarca come la cultura locale per cercare di stare al passo con le idee di marketing che circolano continuamente ha banalizzato le abitudini, rinunciando alla vera peculiarità. “Le località sono quasi parchi tematici e i centri storici perdono abitanti e diventano locazioni. Il commercio locale ? Negozi per turisti e catene di franchising”.

Ma bisogna comunque tenere vivo il lato economico, così Ejarque suggerisce di “non demonizzare i turisti e gridare sempre all’overtourism. Bisogna gestire i flussi e la congestione”. Senza pensare sempre ad aumentare le tasse o creando biglietti di accesso. “Oggi tutti ne parlano e spesso a sproposito”.

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