Il commento del direttore
Remo Vangelista
"Non sappiamo ancora che cosa stia per accadere, ma il turismo britannico potrà sopravvivere soltanto affidandosi alla clemenza degli Stati dell'Unione europea". Tom Jenkins (nella foto), ceo di Etoa, mostra le proprie perplessità e paure intervenendo alla convention Itb 'Brexit: Great Britain Tourism at a Crossroads'.
"Per il turismo le implicazioni sarebbero ovviamente forti - continua il numero uno della European Tourism Association, che rappresenta circa 1200 tour operator, agenzie e fornitori di servizi -. Anzitutto i cittadini britannici non saranno più in grado di utilizzare le corsie di immigration dell'Ue, i loro passaporti dovranno essere controllati su un database di sicurezza e dovranno spiegare il loro motivo di viaggio, la durata del soggiorno e il modo in cui lo pagano".
Modalità che causerebbero, tra l'altro, un notevole allungamento dei tempi nel disbrigo delle pratiche in aeroporto: "Pazienza se non c'è coda - ironizza Jenkins -, ma se ci sono 200 britannici che devono passare attraverso il controllo passaporti, questo potrebbe significare anche cinque ore di ritardo". S. P.