Il commento del direttore
Remo Vangelista
Potrebbe esistere una correlazione fra l’esecuzione dei test Covid in arrivo nei porti e negli aeroporti e la riduzione del numero dei contagi.
Lo dice il Telegraph citando uno studio di The PC Agency realizzato fra il 19 agosto e il 4 settembre, che ha preso in esame alcuni Paesi che hanno scelto la via dei tamponi per i turiti in arrivo e non quella della quarantena.
Secondo lo studio, in Islanda il numero di contagi si è ridotto da 16,5 casi ogni 100mila persone a 11,5 casi, in Grecia da 14,3 a 13,7, in Danimarca da 15,4 a 12,9.
La Germania con l’adozione del test come in Islanda, ossia effettuato all’interno di 4/5 giorni di quarantena in arrivo, ha ridotto i casi da 10,1 a 9, Cipro è scesa da 9,4 a 7,5 e Singapore da 10,4 a 5,8.
La scelta del test in arrivo è fortemente sostenuta anche da Iata: “La risposta è un regime di test Covid che gestisca il rischio a aiuti a mantenere le persone al sicuro dal virus” dice Alexandre de Juniac, direttore generale dell’associazione dei vettori.