Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il 2020 sarà ricordato come l’anno della pandemia da coronavirus. Dodici mesi che hanno stravolto la vita di tutti e messo a dura prova il comparto dei viaggi. E che, proprio per questo, vale la pena ripercorrerlo.
Sono i primi giorni di gennaio e le avvisaglie di un nuovo virus, il Sars-Cov-2 che ha come epicentro Wuhan, in Cina, arrivano in Italia. La città del Dragone viene messa in quarantena, mentre l’Italia blocca tutti i voli da e verso il Paese asiatico.
È fine gennaio quando i primi casi vengono segnalati fuori dalla Cina, l’Oms comincia a parlare di un rischio per la salute pubblica mondiale e il presidente Trump vieta l’ingresso negli Stati Uniti a tutti gli stranieri che sono stati di recente in Cina.
Italia in lockdown
Siamo al 10 marzo, l’Oms è a un passo dal dichiarare l’Europa il centro della pandemia e l’Italia entra ufficialmente in lockdown. Le misure adottate dal Governo, sotto forma di Dpcm, impongono l’obbligo di permanenza nelle proprie abitazioni, la limitazione alla circolazione delle persone e la chiusura di quasi tutte le attività per 69 giorni.
Le immagini degli aeroporti vuoti, così come delle città deserte e delle navi da crociera ferme nei porti diventano emblematiche. La mascherina entra a far parte della nuova quotidianità e, a partire dalla primavera, anche le compagnie aeree cominciano a imporne l’uso.
L’estate e la seconda ondata
L’estate, tra ritardi e mille incertezze, riesce a partire. Gli italiani riscoprono le destinazioni “di prossimità” e la stagione, salvo il clamore dei focolai in Costa Smeralda, trascorre relativamente tranquilla.
A ottobre, però, una seconda ondata travolge l’Europa, Italia compresa. E di lì a poco, arrivano i Dpcm che per Natale e Capodanno obbligano le persone a non varcare i confini dei propri comuni.
Ma è una data che lascia ben sperare a chiudere questo anno orribile. È il 27 dicembre, giornata subito battezzata come Vax Day, quando in Italia prende avvio la campagna di immunizzazione contro il Covid.