Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non ci sono solo le restrizioni ai viaggi leisure tra il Regno Unito e l’Unione europea tra gli effetti della Brexit. Secondo quanto si apprende da Travel Mole, i tour operator britannici starebbero per intraprendere un’azione congiunta per fare pressioni sui Governi europei affinché sia garantito loro il diritto di impiegare personale britannico nelle strutture del Vecchio Continente.
Dal 31 dicembre 2020, infatti, i cittadini del Regno Unito non hanno più il diritto di lavorare in altri paesi europei, né come rappresentanti del resort, tate, istruttori sportivi o staff negli chalet.
Gli operatori possono continuare ad assumere britannici per lavorare all’estero, ma dovrebbero richiedere sia il visto di lavoro che quello di immigrazione, allungando così i tempi di recruiting del personale.
I t.o. britannici sperano di convincere i singoli Governi europei a introdurre programmi di mobilità giovanile, che possano consentire di continuare ad assumere giovani britannici per lavorare all’estero.