Il commento del direttore
Remo Vangelista
Malgrado i viaggi fuori dai confini italiani restino ancora un miraggio per la maggior parte dei turisti, l’ultimo Dpcm in vigore dal 16 gennaio ha cercato di fare ordine sulle norme che regolano le modalità e le procedure da seguire al momento del rientro nel nostro Paese da una meta europea o extraeuropea.
Tampone entro le 48 ore
Innanzitutto, una prima norma riguarda quanti fanno ritorno da un Paese europeo. Secondo il decreto è obbligatorio “presentare al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli un’attestazione di essersi sottoposti, nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo”.
Nel caso in cui non venga prodotta la documentazione relativa all’effettuazione del test, l’alternativa è l’isolamento fiduciario abbinato a sorveglianza sanitaria.
L’autocertificazione
Ma non è tutto. In base a quanto indicato nel provvedimento, “le persone che hanno soggiornato o transitato nei 14 giorni antecedenti all’ingresso in Italia in stati o territori di cui agli elenchi C (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca - incluse isole Faroe e Groenlandia - Estonia, Finlandia, Francia - inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunion, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo -, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi - esclusi territori situati al di fuori del continente europeo -, Polonia, Portogallo - incluse Azzorre e Madeira -, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna - inclusi territori nel continente africano -, Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco) oppure D (Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Thailandia)” ma anche quelli non compresi in questi elenchi, “anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicare immediatamente il proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio”.
Fermo restando che, come riportato dal Corriere della Sera, nel caso in cui si avvertano i sintomi del Covid “resta l’obbligo per chiunque di segnalare tale situazione con tempestività all’autorità sanitaria e di sottoporsi a isolamento”.
Quarantena obbligatoria
Obbligo di quarantena associato all’autocertificazione per le persone che hanno soggiornato o transitato, nei 14 giorni antecedenti all’ingresso in Italia, in Stati compresi nell’elenco D, ovvero Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Thailandia. In questo caso, anche se asintomatici, i viaggiatori “compiono il percorso dal luogo di ingresso nel territorio nazionale o dal luogo di sbarco dal mezzo di linea utilizzato per fare ingresso in Italia all’abitazione o alla dimora dove sarà svolto il periodo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario esclusivamente con il mezzo privato”.
La misura di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario va osservata per i 14 giorni successivi presso l’abitazione o la dimora indicate.