Ocse e turismo:
i consigli
ai Governi
per crescere

I Governi devono giocare un ruolo strategico di programmazione nel futuro del turismo. È questo uno dei 3 “consigli” che il rapporto 2024 dell’Ocse lascia ai governanti dei 50 paesi aderenti.

I paesi che stanno facendo meglio oggi, secondo l'Ocse, sono quelli che hanno usato la crisi da Covid come un reset, impostando nuove strategie di crescita.

Le nuove roadmap

La Norvegia, per esempio, ha lanciato quest'anno la sua roadmap per il turismo, ma anche il Costa Rica ha dato vita ad un piano quinquennale di sviluppo già dal 2022, mentre l'Islanda ha fissato invece l'agenda fino al 2030.

Programmare, ma anche essere sostenibili e l'inclusivi. Sono queste le altre due indicazioni per i Governi che l’organizzazione internazionale ritiene fondamentali per una crescita futura. “I benefici del turismo devono ricadere sul territorio, sotto forma di lavoro e di rispetto sociale e ambientale”, conclude il rapporto.

I flussi turistici internazionali, infatti, sono tornati ai livelli pre Covid, anche se non per tutti, dice l’Ocse, e adesso arriva il tempo di una nuova progettualità.

L’andamento dei flussi

Il primo dato che emerge è che l’Europa si presenta come una avanguardia nel ritorno ai livelli prepandemici. Se infatti sono solo 9 i Paesi al mondo ad aver superato i flussi turistici del 2019, questi sono quasi tutti localizzati nel Vecchio Continente. Il Portogallo è il Paese con il numero assoluto di turisti più alto, avendo accolto nello stesso anno la cifra record di 19,4 milioni di turisti internazionali, il 12,1% in più del 2019.

Asia in ritardo

Positivi i dati di recupero di quasi tutte le economie europee, che beneficiano soprattutto del forte ritorno degli americani. Le principali difficoltà nel ritorno alla normalità emergono soprattutto nei Paesi dell'area asiatica. I conflitti e le tensioni geopolitiche continuano invece ad influenzare negativamente i flussi turistici e l’economia del turismo in generale. A causa del conflitto tra Russia e Ucraina, ad esempio, la Finlandia ha registrato un calo dei flussi del 22,3% mentre Israele addirittura del 33,9%.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana