Il commento del direttore
Remo Vangelista
I nostri turisti quando decidono di fare una vacanza hanno molte possibilità di scelta. E questo è dovuto al fatto che ogni giorno ricevono stimoli e input dai diversi brand turistici, indipendentemente che si tratti di destinazioni, hotel, Ota o altri operatori. Ogni giorno, infatti, tutti tentano di catturare la loro attenzione, lottando per poche briciole di tempo. Perché attirare l’attenzione dei potenziali turisti è infatti ogni volta sempre più difficile. Emergere, differenziarsi, riuscire a stabilire un contatto è un lavoro veramente arduo e complesso.
E allora cosa bisogna fare? Sono molti gli esperti che in questo senso elargiscono consigli e illustrano tecniche di comunicazione innovative su cosa fare e non fare, su quello che funziona e quello che non funziona. Ma la realtà è che per ottenere l’attenzione dei turisti c’è solo un modo: emozionarli, ossia è necessario far percepire loro che la destinazione o azienda turistica sarà in grado di fare vivere loro delle emozioni uniche.
Oggi, infatti, la comunicazione in sé non basta più così come la comunicazione del brand in sé. Siamo nell’epoca del marketing dei contenuti, della iper personalizzazione e della capacità di saper comunicare nel momento giusto, con il messaggio giusto. E per fare questo il brand, il logo, il marchio non servono.
Nell’era del turismo digitale, infatti il brand, inteso come marchio o logo, non ha molta utilità. Quello che serve è il nome della destinazione, dell’hotel, dell’attrattiva. È quella che si chiama l’identità o la digital identity. Un nome che deve trasmettere personalità, carattere, attributi e soprattutto fornire indicazioni sulle esperienze che i turisti potranno vivere.
Per questo motivo, le destinazioni e anche le imprese del turismo devono assicurarsi che quello che trasmettono attraverso il proprio nome sia riconosciuto dai potenziali turisti. Questo inevitabilmente ci porta ad una logica a cui nel turismo non siamo abituati, ossia quella del posizionamento.
Le destinazioni e le aziende del turismo devono avere una personalità propria, ben distinta. Non possiamo dimenticare che oggi i turisti hanno dei bisogni e delle esigenze concrete e specifiche che le destinazioni devono essere in grado di soddisfare. E sono sempre più esigenti e sofisticati. E quindi alle destinazioni e alle imprese non rimane altra scelta che fare di tutto per soddisfarli. E come? Comunicando la propria personalità, i tratti tipicamente caratteristici, unici, quelli che la differenziano dalla concorrenza.
Per vincere quotidianamente la sfida, le destinazioni o il brand di destinazione - che non è altro che il nome – devono innanzitutto individuare le proprie peculiarità e caratteristiche, ossia la propria personalità.
Oggi, non serve più essere una destinazione, un brand della massa, così come non serve impostare la comunicazione su banalità o per comunicare in modo generico. Le destinazioni devono lavorare con il brand, come se fosse un logotipo, una rappresentazione della propria personalità, la propria firma.
Una firma che deve comunicare al turista le esperienze che potrà vivere ed emozionarlo.