La logica non è più quella dei numeri. Nel pieno della crisi da overtourism con cui alcune parti del mondo si trovano a fare i conti, Visit Flanders si...
Sosteneva Pasolini che nei momenti di grandi incertezze e palpabile pericolo, gli esseri umani tendano ad alienarsi dalla Storia rifugiandosi nello “spazio incorrotto, negato al tempo, immobile” delle Origini (1). Una chiave di lettura interessante, sicuramente utile a fare luce sulle motivazioni alla base della crescente fascinazione generata sui viaggiatori dai luoghi percepiti come primordiali: deserti, grotte ma anche alberghi e strutture ricettive ricavate nella pietra che favoriscano il contatto stretto con i materiali minerali.
La tendenza, intercettata e descritta nella Travel & Hospitality Vision +24 by TTG, è confermata dalle testimonianze dei Buyers esteri TTG, che dai vari angoli del pianeta segnalano un incremento della domanda turistica per aree vulcaniche (30,9%), strutture ricettive con pareti rocciose (22,3%), grotte o siti archeologici con tracce umane e di animali risalenti alla preistoria (17,6%), grotte sottomarine (13,9%) e terrestri (11,9%).
L’interpretazione del fenomeno si fa ulteriormente complessa se si tiene conto di quanto scritto da Umberto Galimberti nella sua “Etica del Viandante” (2). A spingere il viaggiatore verso questi “spazi primordiali” sarebbe infatti la fuoriuscita “dall’etica antropocentrica che finora ha regolato il rapporto dell’uomo con la natura, perché quest’etica si è rivelata non funzionale alla vita”.
L’urgenza di una nuova alleanza, non più rinviabile, tra gli esseri umani e il resto della natura, schiuderebbe secondo il filosofo le porte a un’etica planetaria che allarga la fratellanza “a tutte le creature, ognuna delle quali garantisce la vita alle altre”. Tutto questo, è evidente, si spinge ben oltre l’ecoturismo di antica memoria che proponeva vacanze in natura volte a soddisfare una mera necessità di movimento all’aria aperta. Si tratta invece di una pulsione generata dal desiderio di rivalutare il passato in una forma nuova e consolatoria; una domanda che territori, riserve naturali e siti archeologici potrebbero provare a colmare, aiutando i viaggiatori a stringere un nuovo patto con l’ambiente di cui sono parte. A Torino, da qualche giorno, il Museo di Scienze Naturali recentemente riaperto ha non a caso inglobato un’installazione artistica contemporanea permanente – Arco Elefante - realizzata dal collettivo Guerrilla Spam sotto la cura di Club Silencio. È un magico varco di collegamento tra Oriente e Occidente ma anche tra il mondo degli umani e quello delle altre specie animali. Tutto questo nell’ottica di una nuova etica planetaria che, come spiega Galimberti, deve giocoforza basarsi sulla “fraternità estesa a tutti gli enti di natura. Perché è solo in questa natura, e non altrove, che l’Uomo può vivere”.
(1)”Pasolini: il fantasma dell’Origine”, Massimo Recalcati, ed. Feltrinelli
(2) “L’etica del viandante”, Umberto Galimberti, ed. Feltrinelli