A cura di Robert Gentile

Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Agenzie di viaggi: da distributori a produttori

“Sappiamo che le agenzie si muovono in modo tattico. E sappiamo anche che quelle che fanno da sole muovono qualcosa come due miliardi di euro di fatturatodixit Pier Ezhaya, presidente Astoi. “Muoversi da sole” significa organizzazione propria, ovvero fare il lavoro dei tour operator: mettere insieme gli elementi di un pacchetto (volo, soggiorno, servizi accessori) e venderlo al cliente finale. In gergo GDO, significa accorciare la filiera. Questo è il futuro delle agenzie di viaggi, altro che intelligenza artificiale.

Due miliardi paiono tanti, visto che a produrli dovrebbero essere circa 500 agenzie con un fatturato medio di 4 milioni ciascuna di vendite leisure: difficile. Ma resta comunque innegabile la realtà che l’organizzazione propria - solo qualche anno fa limitata a gite di giornata o a tour in autopullman - oggi è in pieno boom. Per dimostrarlo riportiamo la testimonianza di Alberto Benin, titolare della DOIT Viaggi di Padova, specializzata in viaggi di gruppo in Italia e all’estero, di livello medio-alto e accompagnati da esperti tour leader, il Giappone una delle destinazioni di punta.

“Ritengo siano quattro le ragioni per le quali agenzie come Doit Viaggi possono rappresentare una minaccia concreta per il tour operating tradizionale:

1. capacità di programmazione autonoma: Doit Viaggi ha dimostrato di saper organizzare in modo indipendente viaggi complessi, come testimoniano i 52 tour di gruppo realizzati nel 2024;

2. conoscenza diretta delle destinazioni: la familiarità con i luoghi e i fornitori locali consente di rispondere rapidamente alle esigenze del mercato, offrendo pacchetti competitivi sia in termini di prezzo che di qualità;

3. rapporto personale con i clienti: la vendita b2c rafforza la fedeltà della clientela e riduce la dipendenza da intermediari, erodendo lo spazio di mercato dei t.o. tradizionali;

4. flessibilità operativa: le agenzie indipendenti possono adattarsi velocemente alle richieste del mercato, un vantaggio difficilmente replicabile dai grandi t.o., che hanno strutture meno agili e flessibili.

La programmazione di Doit Viaggi sul Giappone nasce nel 2010, con l’organizzazione del primo tour, ispirato da una approfondita visita che avevo effettuato a titolo personale prima che professionale. Questo approccio diretto ha permesso di acquisire una profonda conoscenza della destinazione e di creare una rete di contatti locali affidabili. Il primo tour è stato un successo, da allora replicato ogni anno, con la collaborazione della medesima guida giapponese parlante italiano e dello stesso Dmc. Questo rapporto di fiducia ha gettato le basi per una programmazione sempre più articolata.

Negli anni, Doit Viaggi ha ampliato la propria offerta in Giappone fino a proporre, per il 2025, ben cinque diversi itinerari. I tour sono stati costantemente arricchiti con elementi esperienziali, che vanno oltre le semplici visite turistiche: la partecipazione a festival tradizionali, tornei di sumo e serate esclusive con la presenza di una “maiko” (apprendista geisha) hanno trasformato i viaggi in esperienze uniche, autentiche e irripetibili. Inoltre, la costante collaborazione con gli stessi fornitori locali ha garantito standard elevati di qualità e l’accesso a luoghi ed eventi spesso preclusi al turismo di massa. La nostra crescita testimonia come la programmazione diretta, combinata con relazioni consolidate e la capacità di offrire esperienze autentiche, possa portare a un’espansione significativa in una destinazione specifica. Dove, peraltro, tour operator di chiara fama ed esperienza, oltre che cospicue dimensioni, propongono da molti anni viaggi e tour di gruppo”.

I “tour operator di chiara fama ed esperienza” sono nomi noti: da Mistral Tour a Boscolo Viaggi, da Turisanda a I Grandi Viaggi, da Avventure nel Mondo alla new-comer WeRoad. Senza i mezzi attuali (web e social, soprattutto) Doit Viaggi sarebbe rimasta la solita, affidabile agenzia di quartiere. Innocua, per “i tour operator di chiara fama ed esperienza”. Oggi, tanto innocua non lo è più, e quei 2 miliardi lo dimostrano.

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