Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il crollo della domanda e l’attenzione alla tutela della salute di viaggiatori e dipendenti hanno spinto Hilton a chiudere temporaneamente 150 hotel in tutta la Cina, per un totale di 33mila camere.
Un danno considerevole per il gruppo che, secondo le stime, oscilla tra i 25 e i 50 milioni di dollari di perdite in ebitda nell’arco ei prossimi sei-dodici mesi, tenendo conto che la Cina rappresenta per Hilton il 2,7% dell’ebitda complessivo.
"Priorità alla sicurezza"
“Inutile dire - ha sottolineato Christopher Nassetta, presidente e ceo di Hilton (nella foto), in una chiamata degli investitori – che la sicurezza e il benessere dei nostri membri del nostro team e degli ospiti rimangono per noi una priorità fondamentale. Stiamo lavorando con i governi locali e le autorità sanitarie di tutto il mondo per supportare le nostre operazioni e le nostre comunità nelle aree colpite”.
I problemi di Hilton sono un riflesso di quelli più gravi che affliggono la ricettività cinese. Secondo i dati preliminari di Str, infatti, l’occupazione alberghiera nel Paese è scesa dal 70% del 14 gennaio al 17% del 26 dello stesso mese: im pratica sono rimaste vuote otto camere su dieci.