Il commento del direttore
Remo Vangelista
La ripresa della domanda internazionale sta mettendo temporaneamente in difficoltà la macchina turistica del Giappone. Da gennaio a marzo, indicano i numeri di Jnto, il Paese ha ospitato oltre 4,7 milioni di turisti internazionali, il 40% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Eppure, nonostante i numeri inferiori, il gap tra domanda e disponibilità di servizi è stato subito evidente. Lo sanno bene gli operatori della Penisola che, accanto a un desiderio fortissimo dei viaggiatori di tornare nel Sol Levante, oggi favorito anche dal cambio euro-yen, sperimentano criticità senza precedenti.
“Per gestire le criticità abbiamo mandato in Giappone nostro personale operativo che ha supportato i nostri fornitori – evidenzia il direttore commerciale del Quality Group Marco Peci -. Il Paese ha avuto un periodo di blocco dovuto alla pandemia che si è protratto oltre al nostro. Alla ripartenza, la domanda è stata ben superiore al dimensionamento post Covid dei fornitori locali. Questo a tutti i livelli: hotel, trasporti, ristoranti, dmc. La situazione va progressivamente migliorando, ma in questo momento la struttura ricettiva del paese è sotto pressione”.
I problemi della filiera
“Se la domanda sul Giappone è letteralmente esplosa, dall’altra parte - aggiunge Daniele Fornari, product manager del Mappamondo - la chiusura al turismo durata quasi tre anni ha portato la filiera a subire dei contraccolpi: tante risorse sono state costrette a cambiare strada, mentre altre che avevano raggiunto l’età pensionabile non sono state sostituite in maniera adeguata”. Il motivo? “I giapponesi hanno da sempre un rispetto altissimo per l’ospite e, quindi, non mettono mai in campo risorse senza un adeguato periodo di formazione che, solitamente, è molto lungo”. Disegna una ripresa a ostacoli anche Maurizio Gaggianesi, sales manager di Guiness Travel: “Come altre destinazioni lungo raggio, anche il Giappone sta vivendo una domanda superiore alle attuali possibilità dell’offerta. Ci sono ancora hotel che non hanno riaperto, difficoltà nel reperire guide e una disponibilità di posti aerei ancora al di sotto del 2019. L’unico modo per aggirare questi ostacoli è fare il classico lavoro da tour operator e acquistare in anticipo tutte le partenze. È questo modus operandi che ci ha permesso di uscire con cataloghi con le indicazioni puntuali degli alberghi e degli operativi dei voli e con prezzi definiti già con molti mesi d’anticipo”.
Problemi per gli individuali
Che per la fioritura dei ciliegi del 2023 sia stato però inevitabile bloccare le prenotazioni lo segnala Enrico Ducrot, ad dei Viaggi dell’Elefante: “Confermiamo di aver ricevuto degli stop alle nuove prenotazioni, soprattutto per i viaggi individuali. I corrispondenti e i fornitori in generale hanno riaperto le vendite del Giappone solo da ottobre 2022 e molto del personale che operava prima del Covid, con la riapertura delle vendite, non era più disponibile in quanto ha trovato lavoro in altre aziende e settori. Inoltre - aggiunge Ducrot - la domanda del mercato internazionale si è sovrapposta a quella interna, che aveva prenotato già un anno prima, quando il mercato internazionale stava appena uscendo dalle restrizioni pandemiche”.
Parla invece di un approccio nuovo alla destinazione Alessandro Simonetti, ceo di World Explorer: “Il rebranding di World Explorer, focalizzato su linee di prodotto con piccoli gruppi e sul tailor made, ci ha portato una domanda sempre più esigente sia in termini di esperienze, servizi e di assistenza. Avendo puntato sulla qualità e non sulla quantità, stiamo riuscendo a soddisfare ogni richiesta, questo anche grazie alle partnership create con le compagnie aeree e al supporto continuo delle nostre agenzie in loco”.
Amina D'Addario