Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Stiamo cercando delle soluzioni, ma sono sicuro che non riusciremo a trovarle tutte in tempo per l’alta stagione estiva”. È lo stesso ceo del Gruppo Lufthansa Carsten Spohr a dare la misura di uno dei nodi più difficili da sciogliere attualmente per il trasporto aereo, vale a dire la mancanza di piloti e assistenti di volo per sostenere il forte incremento della domanda per la summer che ha spinto tutti i vettori a lanciare operativi prossimi ai livelli del 2019.
Un tema di cui ha parlato anche il direttore della Iata Willie Walsh nel corso di un recente convegno in Arabia Saudita, definendo la carenza di personale, insieme al costo del carburante, le due mine vaganti per il settore in questo 2022. E man mano che passano i giorni le compagnie annunciano nuove misure per correre ai ripari o perlomeno limitare i disagi per i passeggeri.
L’escalation
Ma come si è arrivati a questa situazione? Se la carenza di personale si sta rivelando un problema anche in Italia, dove si fatica a trovare lavoratori stagionali per l’estate, nel caso del trasporto aereo la difficoltà appare in alcuni casi insormontabile.
Gli anni della pandemia, infatti, hanno costretto tutti i vettori, dai più grandi ai più piccoli, a trovare soluzioni per limitare i costi legati appunto alla voce personale e uno dei rimedi è stato quello del pensionamento anticipato, che ha tolto dal mercato un alto numero di professionisti. Professionisti che, al contempo, non sono stati sostituiti dall’ingresso di nuove leve e attualmente il numero di nuovi piloti e nuovi assistenti è di gran lunga inferiore alla necessità delle compagnie, nonostante le numerose e ripetute campagne di recruiting a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane.
I primi tagli
Come prima conseguenza di questa situazione sono arrivate da parte degli attori del comparto immediate revisioni al ribasso del programma dei voli: da British Airways a JetBlue passando per Delta o per la Sas, solo per citarne alcune, quotidianamente arrivano annunci di tagli preventivi allo schedule che variano tra il 5 e il 10 per cento; riduzioni che sicuramente creeranno problemi alla clientela che aveva già prenotato, ma che dal lato vettori consentirà perlomeno di avere tassi di riempimento importanti e quindi una maggiore garanzia di margini interessanti.
Le alternative
Ma c’è chi è andato alla ricerca di strade alternative e anche su questo fronte è probabile che l’ingegno sforni nuove soluzioni. La prima a muoversi è stata easyJet che ha trovato un escamotage: eliminare l’ultima fila di sedili degli A319 in Gran Bretagna portando quindi l’offerta da 156 a 150 posti per ogni velivolo.
Il vantaggio? La normativa prevede che a bordo debba essere presente un assistente di volo ogni 50 passeggeri e con questa riduzione si riesce a passare da 4 a 3. Ma la situazione attuale sta pesando anche nel segmento del catering a in questa caso è stata TuiFly a invitare i passeggeri a portarsi cibo e bevande direttamente da casa così da non dovere intervenire nello schedule.
E adesso c’è anche chi, come British Airways e easyJet, provano anche l’ultima strada: offrire un bonus di mille sterline a chi accetta di passare a lavorare in queste compagnie. Aprendo così la via anche a una possibile battaglia tra vettori per accaparrarsi personale.