Occhi puntati sull'India:la promessa del turismo

L'Oriente sta cambiando. Più ancora del Covid, sono stati i 12 mesi di guerra in Ucraina a cambiare gli equilibri: e ora l'Europa deve fare i conti con un contesto internazionale in cui non può più fare affidamento sulle amicizie di lunga data. Ma se ci sono Paesi che si stanno, più o meno drasticamente, allontantando dall'Occidente, ce n'è uno che sembra deciso a sfruttare tutti gli spazi vuoti che gli ex alleati commerciali potrebbero lasciare: e questo Paese è l'India.

Quest'ultima sta mandando segnali inequivocabili, partendo dal settore del trasporto aereo. Un segmento che richiede corposi investimenti in grado di ripagarsi solo sul lungo periodo: il che dimostra come il Paese abbia tutte le intenzioni di costruire una rete internazionale di rapporti prima di tutto fisici (e dunque turistici) e poi ovviamente commerciali.  

Lo scenario internazionale
Fermo restando l'opposizione, ormai consolidata e difficilmente recuperabile in tempi rapidi, tra Europa e Russia, è la posizione della Cina a tenere viva l'attenzione: formalmente infatti il Paese del Dragone si mantiene equidistante, ma le relazioni con Mosca restano intense. E il presidente degli Usa Joe Biden non ha mancato di lanciare segnali inequivocabili a Pechino, prefigurando anche scenari che potrebbero prevedere sanzioni nei confronti della Cina se il Paese dovesse sbilanciarsi a favore di Putin.

A questo bisogna aggiungere anche due altri fattori: da un lato i problemi dei russi a spostarsi (tra accordi sui visti saltati e voli vietati), dall'altra la resistenza dei cinesi a riprendere a viaggiare come un tempo.

In questo scenario irrimope l'India, che in pochi giorni brucia due record per quanto riguarda gli ordini di aerei: Air India prima, con 470 aeromobili, e pochi giorni dopo IndiGo, con 500 modelli. Un dispiegamento di forze che non ha precedenti che assume un valore significativo se si considera il particolare momento storico.

Gli indiani sostiuiranno russi e cinesi? Questa è la speranza anche del nuovo a.d. di Enit Ivana Jelinic, che un'intervista a questa testata individuava proprio India ed Emirati Arabi come due mercati cui fare riferimento per recupare i flussi persi da Russia e Cina.

L'incognita resta ovviamente il Paese del Dragone: se i rapporti commerciali con l'Occidente dovessero logorarsi il turismo ne avrebbe un contraccolpo. E per l'incoming italiano si tratterebbe di mettere da parte il vocabolario di mandarino (insieme a quello di russo) e informarsi maggiormente sulle richieste della clientela di Nuova Delhi.

Gli investimenti dei vettori
Non è un caso, del resto, che tra le prime rotte intercontinentali lanciate da Ita Airways ci fosse proprio un volo sull'India (e che all'inaugurazione avesse preso parte la stessa Jelinic).

Inoltre, dopo gli annunci di IndiGo e Air India, le compagnie internazionali sono corse a stringere accordi di code share. E la stessa IndiGo ha da poco annunciato l'intenzione di voler aprire i voli sugli Stati Uniti (centro nevralgico dell'economia occidentale), prima sfruttando gli accordi con Turkish e poi in autonomia.

Gli investimenti delle compagnie aeree sono sempre un ottimo barometro dei flussi commerciali e di conseguenza turistici: e al momento i venti soffiano tutti in direzione dell'India.

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