Il commento del direttore
Remo Vangelista
Più efficienza e maggiore capacità di rispondere a una clientela ormai digitalizzata. Sono queste le caratteristiche che stanno rendendo l’intelligenza artificiale un’arma vincente per le aziende del travel. Tanto che, secondo una ricerca di Grand View Research, il 57% delle imprese del settore ha aumentato il ricorso all’Ai dal 2022 al 2023.
I numeri ripresi da ItaliaOggi.it parlano chiaro: l’intelligenza artificiale sta conquistando il mercato del travel, con un mercato a livello globale che dovrebbe raggiungere i 5,2 miliardi nel 2030, segnando una crescita media annua del 16,3%.
Un cliente digitale
Anche le aspettative della clientela fanno la loro parte, dal momento che secondo PhoCusWright il 71% dei viaggiatori si attende di poter usufruire di servizi personalizzati, come suggerimenti di viaggio basati sulle proprie preferenze. Prosegue inoltre l’avanzata di chatbot e assistenti virtuali, con il 33% delle aziende che ha introdotto assistenti digitali per il supporto in tempo reale.
Dall’adozione di nuove tecnologie molte imprese si attendono una riduzione dei costi operativi. Ed è proprio questa una delle promesse dell’Intelligenza artificiale, insieme a una maggiore rapidità di risposta.
La questione dell’efficacia
Se gli investimenti nel campo dell’IA di sicuro non mancano (tanto nel turismo quanto negli altri settori), c’è però chi mette in guarda di fronte all’efficacia degli impegni economici.
Paola De Filippo, general manager di Sabre, qualche settimana fa avvertiva: “Se una piccola adv non riesce a capire come entrare a far parte di questo nuovo mondo, cosa accadrà?”.
Certamente la questione meramente finanziaria ha un suo peso, ma bisognerà anche valutare quanto effettivamente gli sforzi saranno ripagati.