Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Dopo l’asta per Valtur, non ci sono al momento in Italia altri dossier che ci interessano. Sull’estero, invece, ci sono parecchie realtà che come investimento e dimensione ci possono interessare”. Gabriele Burgio, presidente e a.d. di Alpitour, racconta così il futuro del Gruppo in una lunga intervista a Partita Doppia di Class Cnbc, sottolineando come ad oggi il tema centrale sia quello dell’integrazione dopo l’acquisizione di Eden Travel Group.
“A regime avremo un fatturato aggregato oltre i 2 miliardi – dice Burgio -: non si tratta di una corsa alle dimensioni, casomai di una corsa alla redditività. Ma in realtà, la nostra campagna di acquisizioni ha avuto e ha l’obiettivo di metterci allo stesso livello dei diversi colossi del tour operating internazionale quando si entra in negoziazione”. Quindi, al momento, Alpitour è concentrato sulla sfida dell’integrazione, che nel 2019 dovrebbe portarlo a competere alla pari con i diversi player europei.
“I nuovi azionisti di Tpi – spiega il presidente -, come già Wise & Hirsh, ci permettono di approcciare al mercato con una filosofia di lungo termine, di grande respiro, che ci permette investimenti per continuare a crescere”.
Il prodotto
Fra gli investimenti più corposi, Burgio sottolinea la flotta di Neos, che sta continuando a crescere: “Abbiamo la flotta italiana più moderna, con 4 Dreamliner e i nuovi 737 che attendiamo per la primavera prossima e con i quali possiamo servire tutte le nostre destinazioni”. Un affare non da poco, se, come sottolinea il presidente, il vero business del turismo “si ha dove si difendono i margini, ossia sugli hotel e sugli aerei, mentre lo si fa molto meno sul tour operating tradizionale”.
Per quanto riguarda le strutture, accanto all’investimento italiano sul Marsa Siclà, Burgio enumera “l’operazione sul Madagascar e il rifacimento di un’isola, insieme ad un partner, sulle Maldive”. E poi, il Tanka Village. “Questo è un discorso differente – dice -: il villaggio lo abbiamo soltanto in gestione, ma se la proprietà ci viene incontro, abbiamo presentato un progetto di riqualificazione che può trasformarlo in un vero gioiello del turismo italiano”.
Anche senza l’aiuto dei fondi strategici e dello Stato.
Il ruolo dello Stato
Il presidente del Gruppo Alpitour non manca di lanciare una stoccata nei confronti degli interventi statali a sostegno della riqualificazione di villaggi e strutture ricettive. “I fondi pubblici – sostiene – dovrebbero favorire tutti quelli che operano nel settore, utilizzandoli in altra maniera. In questo caso, invece, gli interventi di Cassa depositi e Prestiti si configurano come concorrenza a chi, invece, utilizza fondi propri”. C. P.