Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Ora incominciamo ad avere una stazza sufficiente, ma non è ancora il caso di fermarsi, anche se il punto di riferimento, più che la dimensione, è la redditività”. Gabriele Burgio sintetizza con queste parole la filosofia alla base del Gruppo Alpitour, che sotto la sua salda guida ha imboccato di buon passo la strada verso i due miliardi di fatturato.
Una filosofia fatta di una continua spinta alla crescita, in base a un semplice, spietato assunto: i piccoli, nel momento in cui si affacciano sul mercato internazionale, sono destinati a soccombere sotto il peso della concorrenza. “Per noi - spiega il manager dalle colonne di Affari & Finanza di Repubblica - crescere era un imperativo: quando selezioni destinazioni nel mondo e vai a riservare migliaia di camere ti confronti con colossi che hanno multipli di fatturato rispetto al nostro e più sei piccolo, meno potere hai sui prezzi e sulla qualità”.
I due binari dello sviluppo
Un processo di sviluppo, quello del Gruppo, che marcia su due binari di uguale peso: le acquisizioni e la crescita interna che, spiega ancora Burgio, include anche gli investimenti negli alberghi e nella flotta aerea. Ed è proprio il contributo del vettore Neos a essere, secondo lui, determinante: “La flotta sta crescendo con i nuovi Dreamliner - sottolinea -; è l’attività più redditizia, anche se non dobbiamo dimenticare che il suo principale cliente è Alpitour, che gli garantisce più di metà del fatturato”.
E aggiunge come l’attività di tour operator abbia registrato un incremento di 200 milioni, mentre quella alberghiera con VOIHotels abbia raggiunto, tra il 2016 e il 2019, 100 milioni di fatturato.
"Mezzo punto e saremo in linea con la media europea"
Numeri incoraggianti, dunque, ma che non soddisfano ancora Burgio: “Questo - spiega nell’intervista a la Repubblica - è un settore che ha margini bassi: siamo partiti nel 2012 con un ebitda dell’1% e ora siamo al 3,8, ancora inferiore alla media europea che si attesta tra il 4 e il 5%. Ci manca ancora mezzo punto - aggiunge -, che però contiamo di aggiungere presto”.
Consolidato l’assetto azionario, la strada per la quotazione in Borsa è spianata? “È una scelta degli azionisti - si schermisce Burgio -. Si parla della primavera del 2020, ma vedremo le condizioni di mercato”. S. G.