Il commento del direttore
Remo Vangelista
In questa fase tutto è diverso, comprese le interviste. Adesso si passa attraverso le innumerevoli piattaforme e le persone si avvicinano.
Può sembrare strano, ma l’intervista al telefono (che ha colonizzato gli ultimi anni) ha sempre smorzato gli umori e cancellato smorfie e atteggiamenti che servono a raccontare l'intervistato.
Oggi si ritorna indietro (forse e chissà per quanto) e anche il leader di mercato si scopre diverso rispetto a qualche mese fa.
Pier Ezhaya, cco di Alpitour, è il classico esempio di quanto descritto sopra.
In questa intervista prova a disegnare con TTG Italia le prossime settimane di mercato, con tanti punti interrogativi. Tutti legati a disposizioni che non arrivano.
Alpitour nel pieno del Covid-19 ha cercato di togliersi di dosso tante cose. In poche ore è riuscita a ritagliarsi un’immagine diversa (che dovrà riconfermare nei prossimi mesi) reagendo alla crisi con una campagna di marketing da autentico leader. Mancava da anni, come immagine e come prospettiva.
Ora mette a punto un pacchetto di misure per ripartire. Una minifinanziaria per cercare di prendere e dare ossigeno a tutto il mercato.
Il messaggio trasmesso attraverso alcuni quotidiani nazionali è servito a rimarcare l’importanza dell’industria del turismo. Insieme alla grande esposizione sul fronte dei rimpatri targati Neos.
Ezhaya, con la campagna 'Ripartiamo' che segnale volete inviare al mercato?
Diamo risposte su tutte le questioni del mercato. Sul voucher, che è un tema caldo, siamo riusciti a renderlo più liquido. Abbiamo inoltre sospeso l’acconto del 25% sino al 31 ottobre. Noi contiamo nella ripresa, ma abbiamo il dovere di sostenere le agenzie che, come noi, stanno attraversando un momento drammatico.
Come avete intenzione di comportarvi con le nuove prenotazioni per l'estate e l'autunno?
In questo caso abbiamo deciso che, a fronte di nuove prenotazioni, se dovessero subentrare cause di forza maggiore saremmo pronti a restituire quanto dovuto. Stiamo parlando di restrizioni regionali o governative.
Quanto sarà difficile organizzare il piano voli per l’estate?
Posso dire tanto? Non è credibile pensare di fare partire gli aerei con il 66% di occupazione. Sarebbe una scelta disastrosa anche sotto il profilo finanziario. Aspettiamo indicazioni precise da Enac.
Serve un piano europeo, altrimenti i vettori non ripartiranno.
Qualcuno come O’Leary ha spiegato in modi duri che non è possibile pensare a un riavvio contingentato. Immagino che la Iata cercherà di mettere a punto una normativa nel giro di poco tempo. Siamo agli sgoccioli dell’estate e non sappiamo niente.
Non si parla altro che dell’Italia. Ma è vero che l’Egitto potrebbe riaprire presto le porte?
In queste ore l’Egitto sta valutando quando riaprire i confini. Si tratta di un Paese già abituato a lavorare con bassa occupazione per i fatti degli anni scorsi. Poi bisognerà capire se ci sarà il via libera del nostro Governo ai viaggi all’estero. Insomma tante variabili e noi in costante attesa di informazioni precise.
La Fase 2 non riguarda il turismo. Bisogna attendere la Fase 3 con tanta fiducia. Quanto ci crede?
Dunque, la Fase 2 è incompatibile con il turismo però abbiamo bisogno di avere riaperture. Magari soft, ma qualcosa dobbiamo rimetterlo in moto. Come industria del turismo non abbiamo ancora tanto ossigeno. Per ora restiamo a galla, ma senza aiuti concreti non c’è futuro.
Il futuro dell’industria passerà ancora attraverso le agenzie?
Questo è sicuro, perché la sicurezza non ha prezzo. Sotto ogni punto di vista. La multicanalità non può arrestarsi, ma sono certo che i dettaglianti avranno la possibilità di riprendersi spazi. Negli ultimi mesi ammetto che abbiamo riavvicinato la filiera e arrivano consensi positivi anche da chi prima criticava.
Le operazioni di rimpatrio dei turisti organizzate dal nostro gruppo sono un esempio di collaborazione e di risposta immediata.