Il commento del direttore
Remo Vangelista
Si vede una luce in fondo al tunnel. Piccola, stentata, ma sembra che anche per l’outgoing, oltre che per l'incoming, qualcosa inizi a muoversi.
L’ordinanza firmata lo scorso 28 agosto dal ministro della Salute Roberto Speranza, infatti, apre le porte dell’Italia a 31 Paesi extra Schengen, per intenderci quelli dell’elenco D, per i quali non sarà più necessario effettuare nessuna quarantena all’ingresso nel nostro Paese.
In sostanza, questo vuol dire che i turisti italiani che decideranno di viaggiare verso queste destinazioni, al ritorno non dovranno più sottostare a un regime di isolamento, così come i turisti stranieri provenienti da queste destinazioni.
È evidente, però, che i viaggi all’estero sono sottoposti alle regole dei diversi Paesi: non è quindi garantito che al momento alcuni degli Stati compresi nell’elenco D abbiano aperto le porte agli italiani.
L’elenco dei Paesi
Compresi nell’elenco D sono Albania, Arabia Saudita, Armenia, Australia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Brunei, Canada, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Giordania, Libano, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Nuova Zelanda, Qatar, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale, basi britanniche nell’isola di Cipro, Repubblica di Corea, Repubblica di Macedonia del Nord, Serbia, Singapore, Stati Uniti d’America, Ucraina, Taiwan, Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao.
L’ultimo aggiornamento è riportato anche dal sito della Farnesina Viaggiare Sicuri.
Cosa serve per entrare
Da oggi, 31 agosto, e fino al 25 ottobre, la nuova ordinanza evidenzia come per l’ingresso in Italia da questi Paesi servano il Passenger Locator Form da presentare, sul proprio dispositivo mobile o in versione cartacea, al vettore al momento dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli; la certificazione “verde” Covid-19, rilasciata al completamento del ciclo vaccinale ovvero certificazione equipollente, emessa dalle autorità sanitarie competenti a seguito di vaccinazione validata dall’Ema; il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, condotto con tampone, effettuato nelle settantadue (72) ore precedenti l’ingresso in Italia.
Per quanto riguarda la Gran Bretagna, invece, il tampone deve essere effettuato 48 ore prima dell’ingresso in Italia.
Il caso Canada, Giappone, Stati Uniti
Se si tratta di una passo avanti per alcune destinazioni, si fa invece un passo indietro per Canada, Giappone e Usa. Fino alla precedente ordinanza, infatti, chi proveniva da questi tre Paesi aveva un ‘regime speciale’, per cui era sufficiente, oltre al Plf, mostrare il green pass o certificato vaccinale.
Ora, invece, specifica l’ordinanza, anche per questi viaggiatori “per entrare in Italia è comunque necessario sottoporsi a test molecolare o antigenico, condotto con tampone e risultato negativo, nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia”. Insomma, una misura leggermente restrittiva che equipara i 3 Paesi agli altri dell’elenco D.