Il commento del direttore
Remo Vangelista
Le crociere cambiano pelle. Il prodotto che è stato una garanzia anche nei mesi più difficili della pandemia, quello che è ripartito per primo e ha contribuito a creare un modello di sicurezza replicato dall’intero mondo del turismo organizzato, non sarà più lo stesso.
O almeno, gli ultimi investimenti vanno in direzione di un nuovo modello di offerta e di servizi, in linea con i mutamenti della domanda.
Ne hanno parlato alcuni dei principali player di riferimento, confrontatisi su temi chiave come il crescente interesse anche nei riguardi degli scali minori e la polarizzazione dell’offerta fra navi di grandi dimensioni e unità medio-piccole.
Intanto, i dati: le previsioni del traffico crocieristico in Italia per il 2022 indicano oltre 7 milioni di passeggeri movimentati sui nostri scali, sostanzialmente un ritorno ai numeri del 2007, come evidenziato dall’analisi di Risposte Turismo. Si tratta comunque di un ritorno significativo dopo due anni di quasi totale inattività, che premia non solo gli scali maggiori come Civitavecchia, Genova o Napoli, ma anche realtà emergenti, come La Spezia o Trieste.
Nuovo modello di business
Il tutto tenendo conto di un modello di business che la pandemia ha cambiato nel profondo. “La crisi ha accelerato la digitalizzazione – conferma il managing director Italia di Msc Crociere, Leonardo Massa -. Inoltre, la sola nave oggi non basta più ed è necessario esplorare nuovi territori dove investire, dalle infrastrutture portuali, alle isole di proprietà come naturale estensione della vacanza, alle soste nei porti minori, fino alla creazione di esperienze ad hoc”.
Il valore dell’esperienza
Quel che è certo è che la crociera non è più la stessa, a cominciare dalla tipologia delle navi. “Abbiamo inaugurato con Norwegian Prima una nuova classe di navi per rendere il valore dell’esperienza a bordo di qualità ancor più elevata” sintetizza Francesco Paradisi, senior manager business development Italia di Norwegian Cruise Line.
Medesimo discorso per Wonder of the Seas, ammiraglia della flotta di Royal Caribbean che, ricorda Gianni Rotondo, general manager Emea, “avrà otto quartieri per differenziare e segmentare l’offerta. Quel che è certo è che nel post pandemia ci sono alcuni argomenti chiave da non trascurare: oltre alla sempre più spiccata digitalizzazione, bisogna investire anche sull’aumento dei porti d’imbarco, in modo tale da poter raggiungere la nave in partenza direttamente in auto. Impera poi la prenotazione all’ultimo minuto, un’abitudine che tradizionalmente riguardava il mercato italiano e che difficilmente verrà modificata nel breve termine”.
Tutto last minute
Il trend incentrato sul last minute rende necessaria la massima flessibilità e su questo tema interviene anche il country manager Italia di Costa Crociere, Carlo Schiavon, per il quale “la nave rappresenta la soluzione ideale in termini di elasticità. Il prodotto sta cambiando profondamente; abbiamo allungato la sosta nei porti più belli, arricchito il programma delle escursioni, virato in direzione della sostenibilità. Tutti concetti chiave perché, come già ribadito, la sola nave non basta più”.
Le riconferme
Accanto a tutti questi nuovi trend, le agenzie di viaggi possono però contare su alcuni punti forti he da sempre caratterizzano le crociere: “L’ottimo rapporto qualità – prezzo, l’elevata percentuale di repeater, l’estrema sicurezza dei protocolli adottati a bordo” aggiunge Paradisi. E su una buona notizia, almeno per quanto riguarda le compagnie internazionali: “Il mercato italiano è tradizionalmente fra gli ultimi a prenotare; quest’anno potrà contare su una buona disponibilità di prodotto anche sotto data”.
La voglia di viaggiare c’è e sta crescendo; il prodotto anche; il mondo riapre. E la nuova sfida riparte dai crocieristi.
Nella foto da sinistra, Leonardo Massa, il direttore di Risposte Turismo Anthony La Salandra, Gianni Rotondo, Francesco Paradisi, Carlo Schiavon.