Il commento del direttore
Remo Vangelista
I numeri ci sono, e sono buoni. Perché “Malgrado tutto, in questa fase a prevalere è la voglia di viaggiare”. È un Davide Catania (nella foto) ottimista quello che parla dell’andamento attuale. L'amministratore unico di Alidays, solitamente molto cauto nell’esprimere pareri, sottolinea come in questo momento né la guerra né gli eventi collegati stiano frenando le prenotazioni.
“Stiamo assistendo a una sorta di ‘anelasticità’ rispetto alla situazione esterna – spiega -. Quel che mi preoccupa sono semmai i problemi che si verificheranno a medio termine, trainati dal caro carburante e dall’inflazione”.
Il manager specifica infatti che i prezzi salgono: “I voli costano di più e anche le tariffe alberghiere sono cresciute. Malgrado questo, nelle ultime settimane il trend di prenotazioni è buono e su alcune mete come gli Stati Uniti possiamo addirittura dire che ci stiamo avvicinando ai numeri del 2019 a pari periodo”.
La curva di booking
Anche la curva del booking secondo Catania va lentamente normalizzandosi: “Da circa un mese la finestra sui tempi di prenotazione si sta riallineando al passato e il sotto data è meno frequente. Questo probabilmente perché con gli annunci sull’allentamento delle misure e l’arrivo della bella stagione l’incertezza fra i clienti sta diminuendo”.
Catania non intende dire che tutto sia alle spalle: “Le difficoltà operative restano: abbiamo da seguire normative diverse che talvolta, come nel caso dell’Australia, variano addirittura da Stato a Stato. Paesi per noi fondamentali come il Giappone sono ancora preclusi. Inoltre, si lavora molto di più su ogni singola pratica e i costi operativi lievitano. D’altro canto, stiamo ricominciando a macinare numeri, fatto che fino a poco tempo fa sembrava impossibile. L’approccio al viaggio è cambiato per sempre: i fatti hanno dimostrato che avere un’organizzazione alle spalle, e mi riferisco all’intera filiera, è indispensabile per viaggiare sereni. E i clienti l’hanno finalmente compreso”.
Le mete
Se gli Stati Uniti stanno trainando la ripresa, l’oceano Indiano, malgrado la stagionalità di alcune destinazioni, continua a tirare e il Sud America sta ripartendo. Bene anche il Pacifico, anche se in questo caso ci sono problemi di disponibilità perché l’offerta non è ampia e altri mercati sono arrivati ben prima di quello italiano accaparrandosi gli spazi migliori.
Analizzando quindi il trend attuale, Catania ritiene possibile, salvo eventi imponderabili, chiudere il 2022 con un 70% del fatturato prodotto nel 2019. “Un bel traguardo, considerando che solo un mese fa puntavamo al 60%”.