Il commento del direttore
Remo Vangelista
Potrà il charter salvare una stagione compromessa dalle cancellazioni del trasporto aereo? È ragionevole prevedere che, per supplire alle attuali carenze delle compagnie di linea, gli operatori riscoprano le potenzialità dei voli a domanda?
Il primo a ipotizzare un revival della charteristica è il ceo di Mappamondo, Andrea Mele. “Almeno fino alla prossima primavera dovremo fare i conti con la minore capacità delle compagnie e con i prezzi dei biglietti considerevolmente più alti. Una situazione che obiettivamente potrebbe riportare in auge il charter su alcune destinazioni lungo raggio, penso ad esempio alla Thailandia e al Messico, che negli ultimi anni sono state servite dai vettori di linea, che riuscivano a garantire livelli di pricing e frequenze con cui i charter non potevano competere”.
Che anche in casa Alpitour si valuti di schivare il caos cancellazioni ricorrendo ancora di più a quest'arma lo dimostrano le parole del direttore generale tour operating, Pier Ezhaya: “Noi stiamo cercando di essere il più possibile autosufficienti e sui point to point si può certamente operare così, anche se non vi sono molti spazi di capacità aerea da utilizzare in questo momento. Sui circuiti più itineranti questo però non è possibile; proprio per questo - aggiunge - è lecito immaginarsi un effetto negativo di ‘rebound’ sulla parte tailor made a favore dei viaggi point to point”.
Esclude che si possano aprire spazi in questa direzione il titolare di Karisma Travelnet, Luca Manchi: “Dopo due anni di pandemia non ci sono le possibilità economiche per attivare operazioni ad hoc anche di breve durata. Tra settembre e novembre scadranno gli ultimi voucher e almeno fino ad allora gli operatori non avranno modo di impegnarsi su questo fronte”.
Un’ipotesi poco realistica anche per il presidente di Go World, Ludovico Scortichini: “I charter non sono la soluzione al disastro delle compagnie aeree. Non solo perché, per politica aziendale, non vi abbiamo mai fatto ricorso, ma anche perché attualmente sono soprattutto le bretelle, i collegamenti di feederaggio a non essere garantiti”.