Il commento del direttore
Remo Vangelista
Alla fine l’annuncio tanto atteso è arrivato: negli Stati Uniti il settore crocieristico non è più considerato dal Governo una modalità di viaggio ad alto rischio per i contagi da Covid. Il Cdc (U.S. Centers for Disease Control and Prevention) ha infatti deciso di porre fine al programma Covid-19 per le navi da crociera, ossia il piano di lavoro che, nel febbraio di quest’anno, aveva sostituito il Conditional Sailing Order in vigore al tempo delle prime ondate pandemiche.
Fine agli obblighi per le navi
Sebbene sulla carta questo programma fosse volontario, in realtà le compagnie di crociera che fino a oggi hanno operato nelle acque degli Stati Uniti sono state costrette ad aderirvi rigorosamente al fine di dimostrare di sostenere i migliori protocolli per frenare i contagi. Al posto del piano - che stabiliva linee guida per i requisiti di vaccinazione dei passeggeri, le regole sulle mascherine e i protocolli di isolamento a bordo in caso di positivi al virus - il Cdc ha annunciato che pubblicherà una guida “per aiutare le navi da crociera a continuare a fornire un ambiente più sicuro e salubre per i passeggeri, l’equipaggio e le comunità”.
Restano solo le raccomandazioni
Secondo quanto riportato da TravelPulse ciò significa che il Cdc fornirà raccomandazioni in materia di salute e sicurezza per l’industria delle crociere nello stesso modo in cui le fornisce per altri settori di viaggio.
Una decisione accolta con un sospiro di sollievo dalla Clia (Cruise Lines International Association), che sottolinea come questo sia un importante passo avanti del Cdc “che così facendo allinea le linee guida per le crociere con quelle stabilite per altri tipi di viaggi e settori dell’ospitalità e intrattenimento”.
La decisione di porre fine al programma anti-Covid è per Clia la chiara testimonianza dell'efficacia dei protocolli del settore. “In effetti - spiega l’associazione - la crociera è diventata una delle forme di viaggio più sicure e tra le industrie di maggior successo nel mitigare la diffusione e la gravità del Covid-19, con il risultato che pochi passeggeri o membri dell'equipaggio si ammalano gravemente o richiedono il ricovero rispetto alle statistiche ospedaliere per i pazienti a terra".