Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il fatturato 2022 arriverà all’80% circa di quanto registrato nel 2019, ma la sensazione è che finalmente si sia voltata pagina. Il bilancio di Frederic Naar (nella foto), titolare dell’omonimo tour operator, è positivo, specie alla luce del fatto che il 2022 “è ancora un anno di passaggio. Abbiamo ricominciato a lavorare praticamente da aprile e molte destinazioni sono state chiuse a lungo. Malgrado questo i numeri ci stanno dando ragione e in particolare l’estate è arrivata a registrare il 90% di quanto fatturato nel 2019. Certo, il valore medio pratica in aumento anche a causa del caro prezzi ha contribuito a generare volumi, ma il trend è positivo e mi porta a prevedere nel 2023 di superare quota 60 milioni di euro di fatturato”. Ovviamente, se nuove variabili internazionali, al momento imponderabili, non intervengano a rimettere per l’ennesima volta tutto in discussione.
I target di riferimento
Il miglioramento della situazione è evidente soprattutto per quanto riguarda il target più elevato di clientela, tornato a pianificare viaggi a lungo raggio dopo due anni di stop, e i viaggi di nozze, che per Naar rappresentano la punta di diamante di un’offerta concentrata su servizi tailor made e assistenza capillare, supportati dalla continua innovazione tecnologica. “Entro il primo trimestre del 2023 apriremo le prenotazioni dei viaggi su misura in Europa – aggiunge il responsabile commerciale e marketing, Mariagrazia Verna – e questo darà ulteriore impulso alle vendite”.
Il progetto sul mercato francese
Impulso derivante anche dalla ripresa del progetto Naar Voyages, progetto ripartito proprio quest’estate. “Si tratta di un modello replicabile anche in altri Paesi, che prevede la vendita di viaggi su misura affidabili e di qualità, al momento concentrati su Americhe, in Oceano Indiano e Australia. Grazie alla sede di Parigi e al booking dedicato puntiamo a conquistare una fetta di clientela di fascia medio-alta da fidelizzare nel corso degli anni”.
Le destinazioni
E se è vero che la stagione 2022 non basterà a tornare in linea con i numeri del pre-Covid, è altrettanto vero che anche le destinazioni a lungo raggio si stanno lentamente rimettendo in moto. “Alcune mete ripartiranno solo dal 2023. Inoltre, sono emerse diverse criticità, come la difficoltà nel trovare guide parlanti italiano in Africa o in Australia. Anche il noleggio auto risulta difficile per la scarsità di mezzi e di servizi di livello. Tutti fattori che rendono ancora più importante l’apporto di un tour operator e di corrispondenti locali selezionati”.