Il commento del direttore
Remo Vangelista
Questa è un’industria per certi versi un po’ chiusa. Guarda con sospetto chi arriva da altri mercati. Perché potrebbe smontare teorie vecchie di decenni. Questo vento di diffidenza deve averlo provato anche Giuliano Gaiba che, approdato in Eden a guida Nardo Filippetti, dovette prima di tutto scardinare certi modi e pensieri d’annata.
Con questo manager rispettoso e dai modi garbati si apre il nostro “angolo” di Stories. Personaggi, imprese o solo semplici progetti rivoluzionari che racconteremo su questa agenzia di stampa.
Non sarà quello che noi in redazione chiamiamo lancio di agenzia, ma un articolo di approfondimento che sfoglierà alcuni capitoli della vita di manager o aziende che non temono i cambiamenti. Un servizio da leggere con i giusti tempi e non da divorare come tutto quello che transita in rete.
Il nostro mondo di Stories (dicevamo sopra), parte da Giuliano Gaiba che, dopo una serie di stagioni da vetrina a fine 2024 ha abbandonato il palcoscenico del turismo. Non è chiaro se in modo definitivo, ma intanto ha ripreso la via di casa, destinazione Bologna.
“Sono tornato a casa per seguire alcune attività di famiglia” e forse per guardare più da vicino anche quel mondo dello sport che potrebbe presto avere bisogno di un manager con molteplici esperienze, che ha sempre sostenuto “il valore delle relazioni”.
Alla corte di Nardo Filippetti
Per parlare di Giuliano Gaiba bisogna fare un balzo indietro di qualche anno, quando approdò a Pesaro nella casa Eden di Nardo Filippetti. Vulcanico imprenditore, che con il suo tour operator si era messo in testa di sfidare il gruppo Alpitour. Un piano che iniziò a suscitare l’interesse dei fondi di investimento quando superò 200 milioni di fatturato. Due caratteri opposti che nella fase iniziale faticarono un po’ a convivere.
“Sono stati 11 anni meravigliosi nel mondo del turismo. La mia storia in questo comparto è iniziata a Pesaro, dove sono stato 7 anni, prima come direttore generale a fianco di Filippetti e poi come ceo con il Gruppo Alpitour” commenta Gaiba. Perché Filippetti, dopo una lunga trattativa che sembrava portare in terra di Spagna, decise nell’ultima fase di cedere al corteggiamento di Alpitour.
Il premio di Personaggio dell’Anno
“Devo sempre ringraziare Alpi che mi ha concesso di dirigere Eden concedendomi un’opportunità meravigliosa e, grazie a questa possibilità e ai risultati conseguiti, ottenni anche il titolo di Personaggio dell’Anno di TTG Italia. Un premio per me e per tutte le persone di Eden Viaggi”.
In mezzo a questa lunga serie di ringraziamenti e ricordi Gaiba conobbe però qualche aspetto tortuoso del mondo del tour operating. “È un settore vivace, che però si scontra con un tradizionalismo evidente e un management cresciuto sempre nello stesso mercato. Ho provato a portare innovazione e metodi industriali che avevo sperimentato nella distribuzione e nel beverage”. Un sentiero con tante curve e qualche salita difficile.
Ma torniamo al periodo Eden sotto il cappello di Alpitour. Tre anni che - e Gaiba lo sottolinea a più riprese - sono impressi nella sua mente perché “abbiamo portato l’azienda da 280 a 450 milioni di euro e sono grato al presidente di Alpitour Gabriele Burgio per avermi lasciato liberà di manovra”.
L’ingresso nella galassia Debellini
Ma dietro l’angolo si nascondeva il Covid e i suoi tre anni terribili. Perché quel meccanismo virtuoso iniziò a incepparsi e si intuiva all’orizzonte la necessità di rimettere mano a tutte le aziende. Però all’improvviso sbucò Cassa Depositi e Prestiti, che attraverso Th Resort voleva creare un grande player. “Fui contattato da una grande società di recruiting e passai una selezione di 11 colloqui per chiudere con l’a.d. Fabrizio Palermo, che mi convinse a lasciare Alpitour”.
Entrando nella galassia di Graziano Debellini, storico presidente di Th, il manager emiliano conobbe una fase iniziale faticosa e una seconda parte di esperienza condita da grandi risultati. “Siano riusciti a triplicare il fatturato passando da 70 a 220 milioni di euro, abbiamo sviluppato una nuova divisione business tour operator con Baobab e Markando e portato l’ebitda da 5 a 10 milioni”. Poi a fine ’24 l’uscita di scena perché finiva il mandato e non voleva proseguire, “avendo una mia visione relativa alla ruolo di a.d. . Ringrazio Debellini per il cammino umanamente ricco fatto insieme”. E il futuro? “Forse sperimenterò un altro settore, magari il mondo del calcio...”.