Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non soddisfa le associazioni di categoria il Ddl collegato in materia di imprese culturali e turismo che il Consiglio dei ministri si appresta a varare. Se da parte di tutti viene salutato in maniera positiva il fatto che il turismo tornerà ad avere un provvedimento di legge dedicato, da più parti viene chiesto al ministro Franceschini più coraggio su alcune materie.
Federalberghi, in primis, attraverso il suo presidente Bernabò Bocca, fa sapere: “apprezziamo la reintroduzione del tax credit, ma su locazioni brevi e imposta di soggiorno ancora non ci siamo”. Secondo il presidente degli albergatori, infatti, "la disciplina delle locazioni brevi è trattata in modo insufficiente: viene qualificato come imprenditore il soggetto che gestisce più di "tre unità immobiliari" (definizione ambigua, che può includere anche interi fabbricati) e si trascura di considerare il cuore del problema, cioè di stabilire una soglia minima di durata del soggiorno al di sotto della quale la fornitura dell'alloggio non può essere contrabbandata per attività di locazione ma deve essere inquadrata in una delle categorie previste per l'attività di tipo ricettivo."
Un appunto anche sulla tassa di soggiorno: "Leggiamo che si prevede di estendere l’imposta di soggiorno a tutti i comuni e di elevarne l’importo, a seconda dei casi, sino al dieci o al venti per cento del prezzo del pernottamento – dice Bocca -. Ciò significa che in alcuni casi le imposte indirette che gravano sul prezzo degli alberghi potrebbero triplicarsi".
Anche Confturismo non è del tutto soddisfatto della formulazione del ddl: “La riattivazione in via strutturale dei tax credit digitalizzazione e riqualificazione, auspicata da Confturismo ma operata in maniera incompleta e con uno stanziamento di risorse esiguo, la revisione dell’imposta di soggiorno, che ne amplia sensibilmente l’applicabilità senza però definire un vincolo di destinazione turistica delle risorse ricavate, e un timido e poco efficace approccio alla regolamentazione delle locazioni brevi, rappresentano una risposta parziale e non pienamente in linea con il contributo positivo e il ruolo anticiclico che il turismo continua a fornire all’economia italiana” dice l’associazione in una nota.
Punta il dito su Enit e affitti brevi Assoturismo: “abbiamo bisogno di interventi più incisivi - dice il presidente Vittorio Messina -. Sugli affitti brevi si può fare certamente meglio: servono regole che contrastino il dilagare di irregolarità e che allo stesso tempo tutelino le imprese in regola dell’ospitalità diffusa. Per quanto riguarda l’Enit, invece, riteniamo ormai inevitabili misure mirate ad equilibrare meglio il rapporto con la parte privata. Anche la presenza di un rappresentante dell’Unione delle province italiane, dopo la soppressione delle stesse, appare superata”.