Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non si arresta il dibattito su uno dei documenti più attesi nel Vecchio Continente, il Digital Green Certificate, su cui si posano gli occhi di tutta l’industria del turismo come leva per fare ripartire la macchine e consentiré ai cittadini dell’Unione europea di viaggiare in sicurezza già a partire dell’estate.
E se sull’efficacia o meno del documento, almeno per l’estate in arrivo, si scontrano i pro e i contro, dal dibattito vero e proprio in corso in sede di Parlamento europeo inizia a emergere un elemento che sarebbe largamente condiviso, secondo quanto riportato da Simpleflying: lo strumento potrebbe non essere un passaporto vaccinale.
Le motivazioni
Cosa significa questo? Se da un lato il Digital Green Certificate potrà fornire gli elementi utili per viaggiare in sicurezza in particolare per le compagnie aeree e gli aeroporti, il passaggio a passaporto vaccinale non sarebbe possibile perché conterrebbe in sé elementi discriminatori nei confronti di chi, per una ragione o per l’altra, non ha potuto ancora contrarre il vaccino.
In questi giorni quindi il dibattito dovrà stabilire nel dettaglio cosa sarà contenuto nel documento e come verrà utilizzato e non sono esclusi colpi di scena. Un punto fermo però ci sarebbe: sarà valido fino a che non verrà ufficialmente dichiarata la fine della pandemia.