Il commento del direttore
Remo Vangelista
Stop allo spesometro già da settembre. Il Governo starebbe lavorando all’ipotesi di un addio anticipato a uno degli strumenti progettati per contrastare l’evasione fiscale ma che già il precedente esecutivo aveva deciso di mandare in soffitta. La differenza starebbe nei tempi: se la road map di qualche mese fa prevedeva il blocco a partire da prossimo primo gennaio, ma il capitolo fiscale del decreto d’estate, come riporta Il Sole 24 Ore, potrebbe anticipare i tempi a settembre.
La data del primo gennaio 2019 era stata fissata in relazione al varo della fattura elettronica, dal momento che di fatto la comunicazione automatica delle transazioni andrebbe a vanificare l’inoltro previsto dallo spesometro. Ma ora il Governo vorrebbe anticipare la mossa di qualche mese.
Le polemiche degli ultimi mesi
Lo spesometro, del resto, era stato al centro di numerose polemiche a causa di un serie di malfunzionamenti che avevano reso gli invii dello scorso autunno una vera e propria corsa a ostacoli. Poi, lo strumento era stato oggetto di un restyling, avviato nel corso di quest’anno. Ma, intanto, lo spesometro era già destinato all’estinzione.
Il decreto, secondo il quotidiano finanziario, sarebbe atteso per domani in Consiglio dei Ministri. A spingere per un’approvazione rapida sarebbe il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio.
I contratti stagionali
Tra le novità del decreto ci sarebbe anche la stretta sugli stagionali. Il capitolo dedicato al lavoro, infatti, prevede che i contratti restino privi di causali per una durata massima di 12 mesi: dal primo rinnovo bisognerà inserirli in una delle tipologie previste.
Per ricorrere al contratto a termine ci saranno tre possibili motivazioni: ragioni temporanee e oggettive estranee all’ordinaria attività, ragioni connesse a incrementi non programmabili, ragioni legate a picchi stagionali.
Inoltre, il tetto del 20% per i contratti a termine rispetto a quelli a tempo indeterminato includerà anche la somministrazione, al contrario di quanto accade ora: attualmente, infatti, per gli interinali si applica un tetto distinto da quello dei contratti a termine. Questa misura, tuttavia, sarebbe ancora oggetto di valutazione e non è detto che si troverà nel testo definitivo.